Dvd – "La vittima designata", di Maurizio Lucidi

Prima ed attesa edizione dvd di “La vittima designata”, opera rilevante per il lavoro eccellente della fotografia di Aldo Tonti, per la presenza di un attore mito, Tomas Milian, e per un cast di soggettisti e sceneggiatori capaci di delineare un thriller anomalo, ricco di suggestioni oniriche. Da Surf Video

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Regia: Maurizio Lucidi
Soggetto: Augusto Caminito, Aldo Lado, Maurizio Lucidi, Antonio Troisio
Sceneggiatura: Fulvio Gicca
Collaboratori alla sceneggiatura: Fabio Carpi, Luigi Malerba
Fotografia: Aldo Tonti
Montaggio: Alessandro Lucidi
Produzione: Vico Pavoni per la P. C. E. Produzioni Cinematografiche Europee Roma
Musiche: Luis Enriquez Bacalov
Scenografia e costumi: Enrico Sabbatini
Interpreti: Tomas Milian, Pierre Clémenti, Katia Christine, Luigi Casellato, Marisa Batoli, Ottavio Alessi, Sandra Cardini, Enzo Tarascio
Durata: 94'
Origine: Italia, 1971
Distribuzione: Surf Video
Formato video: 2.35:1
Audio: italiano mono
Sottotitoli: italiano
Extra: trailer, locandina originale, galleria fotografica, biofilmografia di Tomas Milian

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IL FILM
Grazie al fascino della fotografia di Aldo Tonti (Brancaleone alle crociate), La vittima designata è un'opera di completa seduzione. La scrittura a più mani ha creato uno spazio ambiguo d'attrazione erotica. Chiaro il riferimento a L'altro uomoStrangers on a Train di Alfred Hitchcock. Ma in questo caso l'evidente dimensione omosessuale esplode attraverso il personaggio del conte Matteo Tiepolo impersonato da Pierre Clémenti. Personaggio fuori dalle righe, morboso e romantico, schizofrenico e lucido fino alla sapiente ironia quando cita Oscar Wilde ("non esistono domande indiscrete, ma solo risposte indiscrete"). E c'è la presenza magnetica di Tomas Milian con la sua voce, la sua lingua italiana stentata, camuffata dall'origine venezuelana del personaggio di Stefano. Tomas Milian è straordinario, tanto che qualche volta si pensa alla versatilità di quest'attore come vera cifra poetica. Laddove le distinzioni tra cinema alto e basso dei quali è stato eccelso protagonista vanno definitivamente a farsi benedire. C'era Tomas Milian ed era questo lo stato dell'arte cinematografica. Certo, quasi ci si commuove a ritrovare nei cast tecnici delle opere cinematografiche degli anni settanta tante presenze, collaborazioni, aiuti che sono elementi fondamentali per la costruzione complessiva di un film raffinato quanto anomalo. Perché inclassificabile. Un po' antonioniano, ma schiettamente fantastico ed onirico. Misterioso e giallo quanto basta, ma senza una goccia di sangue. In grado di documentare la vita della borghesia padrona milanese e non, che investe nella prima pubblicità televisiva a grosso budget, tanto è vero che all'inizio vediamo per intero il famoso spot dei baci Perugina. E non mancano le soluzioni registiche di gran valore come gli stacchi netti che legano scene diverse o i salti temporali tra i quali il più bello ci sembra un flashback non segnalato di Stefano durante un interrogatorio. E nondimeno la qualità dei dettagli scenografici e di costume di Enrico Sabbatini che passano da una severa Milano a una Venezia molto più decadente e fantasmatica. Il personaggio di Matteo Tiepolo è reso perfettamente dall'abbigliamento eccessivo, i colori sgargianti di giacche e camicie, i guanti, il mantello quasi vampiresco. Gli sfioramenti tra i corpi di Stefano e Matteo, fino alle colluttazioni violente che simulano amplessi, sono la quintessenza di una relazione molto forte, ipnotica, che è parzialmente mascherata dalle ragioni narrative. Fabienne, l'amante di Stefano, infatti, svolge un ruolo ben limitato rispetto alla storia ed è completamente estranea al sentimento inquietante che sconvolge Stefano. Passione stregante che procede verso un epilogo ineludibile nella sua ostinata lucidità. La vittima designata, insomma, non solo va visto, ma va ampiamente rivalutato, per essere considerato senza tante incertezze tra le opere più interessanti di quel decennio e naturalmente della filmografia di Tomas Milian.

Il DVD.
Il disco edito da Surf Video non presenta pecche dal punto di vista tecnico. Le immagini sono pulitissime e si percepisce il più piccolo dettaglio. Qualche volta si riesce a vedere la sporcizia dell'obiettivo utilizzato per le riprese. La fotografia di Aldo Tonti è godibile al cento per cento. Suggestiva in particolare la prima sequenza dentro i titoli di testa che ammicca al lavoro di fotografo, alle infinite seduzioni dello sguardo che inquadra, con le mani dello stesso Tomas Milian. Anche in questo passaggio difficile le immagini sono superbe per nitidezza e riproduzione degli effetti cromatici tendenti al rosso voluti dal direttore della fotografia. Anche l'audio è preciso e definito non mostrando scompensi, nonostante il mono, e consentendo una piacevole fruizione dell'ottima colonna sonora di Bacalov in cui si distingue l'interpretazione dello stesso Tomas Milian in "My Shadow in the Dark".
Purtroppo gli extra sono scarsi. La biofilmografia di Milian è abbastanza lunga da informarci in modo soddisfacente del suo curriculum artistico. La galleria fotografica si limita a dieci scatti, tutti di scena. Fa parte degli extra anche il trailer originale, che, senza infastidire, monta il finale con altre scene del film.

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