El Paraiso, di Enrico Maria Artale

Sostenuto dalle interpretazioni dei protagonisti, un melodramma familiare punteggiato da elementi criminali, gestito con cura dal suo regista. VENEZIA80. Orizzonti

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Quando la musica latinoamericana si abbassa, il corpo imponente di Julio e quello esile e grazioso di sua madre si staccano, smettendo di volteggiare. Un sorriso d’intesa e tra i due si frappone un ometto con un doppio taglio improponibile per la sua figura. Julio, però, non fa storie. Sua madre è libera di ballare e flirtare con l’uomo, facendosi offrire svariati drink. Julio rimane a osservare, malinconico, fino a quando riaccompagna a casa con la sua barca la caracollante madre. La notte per lui, però, è lungi dal concludersi. Si accompagna con una prostituta, con la quale condivide la sua dose di cocaina. Prima del sorgere del sole, Julio è di nuovo a casa, in quel nido familiare avvelenato nel quale si svolge la maggior parte di El Paraiso, terzo film di Enrico Maria Artale all’80° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Alla produzione troviamo Groenlandia, che prosegue la sua esplorazione dei generi cinematografici e delle loro possibili ricombinazioni. Stavolta è il turno del melodramma mescolato con la criminalità da fuori Grande Raccordo Anulare del quale l’immaginario si è saturato in questi ultimi anni. Siamo, infatti, non molto lontani dalla Capitale, a Fiumicino. Lì, vive il personaggio di Edoardo Pesce (Dogman) insieme a sua madre, una Margarita Rosa De Francisco Baquero (star di una delle telenovelas colombiane più seguite di sempre, Cafè con arome de mujer) capace di eruzioni di euforia e improvvisi inabissamenti. Il loro legame è asfissiante, anche se la mancanza di ossigeno sembra colpire molto più il sensibile e taciturno Julio. La loro relazione è in costante declino, anche e soprattutto per il fatto che i due si guadagnano la vita attraverso la stessa occupazione: il traffico internazionale di cocaina proveniente dalla Colombia, luogo natìo della madre di Julio. Quando una ragazza colombiana, usata come corriere, è costretta a rimanere per qualche giorno in casa loro, la gelosia della madre di Julio si accende e la tensione esplode.

Artale riesce a gestire quest’esplosione emotiva, incanalandola in dialoghi sentitissimi nei quali dà giustamente spazio ai suoi grandi interpreti. Spiccano i protagonisti, appoggiati da personaggi secondari sfaccettati che riescono ad alleggerire l’atmosfera mentre portano la scrittura a un livello più profondo. C’è la dolce (ma all’evenienza determinata) ragazza colombiana interpretata da Maria del Rosario e il grottesco trafficante di Gabriel Montesi (Favolacce), coi quali Pesce e Baquero formano una rete di emozioni struggente. Mettendo in secondo piano il racconto di Fiumicino e della provincia, attingendo quanto basta alla sfera criminale, El Paraiso trova il suo centro nel cuore della storia. Un cuore malandato, ferito, che sanguinerà in maniere inaspettate, fino, purtroppo, a incenerirsi.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.6
Sending
Il voto dei lettori
3.64 (11 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array