FESTIVAL DI ROMA 2008 – "Cliente", di Josiane Balasko (Concorso)

Tratto dal primo romanzo della stessa regista francese, di origine slava, Cliente è la storia di una donna divorziata, single, affermata conduttrice di televendite, che paga giovani gigolò, reclutati su internet, per fare sesso 

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clienteTratto dal primo romanzo della stessa regista francese, di origine slava, Cliente è la storia di una donna divorziata, single, affermata conduttrice di televendite: Judith è una cinquantenne senza problemi apparenti. Nasconde un segreto che solo la sorella Irene conosce: la compagnia notturna di giovani gigolò reclutati su internet. Finché incontra Patrick, bello e seducente, che la conquista con la sua gentilezza e la sua semplicità. Ma Patrick è a sua volta prigioniero di una doppia vita. Il suo vero nome è Marco, lavora come “escort” solo per pagare l'ipoteca del salone di bellezza gestito dalla sua adorata moglie Fanny. Quando questa scopre la verità, Marco smette di vendersi. Ma, poco a poco, il tempo passa e i soldi finiscono, Fanny spinge allora il marito a tornare alla sua lucrosa attività. E a ritrovare Judith. Josiane Balasko (vincitrice del César per la sceneggiatura di Peccato che sia femmina), attrice, sceneggiatrice e scrittrice, è al suo terzo lungometraggio da regista, dopo aver recitato con grandi autori francesi, quali André Techiné, Claude Miller, Patrice Leconte, Claude Berri. La forza e la debolezza del film risiede forse in quella costante incertezza nello scegliere la strada da percorrere: se essere una commedia sentimentale, o un melodramma, o magari entrambe le cose. In tal senso sembra risultare emblematico il personaggio secondario della sorella di Fanny, che gira ininterrottamente per la casa con una videocamera accesa, ossessionata nell'immortalare la realtà, sprazzi di felicità e di drammi familiari, confondendoli tra loro, senza soluzione di continuità. Cinema lontano dalle atmosfere tipiche francesi, in cui magari si predilige la ricerca di raffinati dialoghi e spazi filmici sospesi in un tempo rarefatto. L'autrice sembra essere invece interessata a ricercare una maggiore concretezza tra il desiderio di sorridere e la malinconia infinita. Ma ad un certo punto tutto si blocca, la risata si incrina e l’euforia iniziale si tinge di infinita regolarità.

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