FESTIVAL DI ROMA 2011 – ARIA DI ROMA (1)


Dopo Venezia, anche a Roma. Pillole, frasi colte al volo, curiosità, uscite di testa, collegamenti videocrebrali sfasati, ecc… Ogni giorno dall'Auditorium

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– Evidentemente il messaggio pacifista di The Lady di Luc Besson non è stato colto da tutti. Ieri, al termine della proiezione in Sala Petrassi, una reporter forse statunitense si è vista derubata della sua borsa con l'accredito.

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– Chissà quanto sarebbe stato contento Spielberg di vedere il suo Le avventure di Tin Tin nella sala Lotto. Sullo schermo era infatti ben visibile una cucitura. Miracoli della performing capture.

 

– Sala stampa mordi e fuggi. Basta anche prendere una bottiglia d'acqua e al tavolo dei fotografi si sente: "Come se chiama st'attrice?" "E st'attore?". A una foto: "Chi è questa, Giovanna Mezzogiorno?" (invece era Claudia Gerini)

 

– Lontano da Dio e dagli uomini. Non è il film di Sharunas Bartas ma l'Auditorium che appare lontanissimo con ogni mezzo: auto, motorino, bus. Da qualunque lato della città uno voglia arrivare.

 

– Si fa fatica a resistere una giornata intera al Festival di Roma. Al confronto, dopo la claustrofobia del luogo anche il LIdo di Venezia o il traffico sulla tangenziale brillano di luce riflessa.

 

– Jamie Bell, durante l'incontro per Le avventure di Tintin, ha elegantemente schivato una domanda banale sul cinema italiano. "Amo il cinema di vari paesi" ha risposto.

 

– Già c'è una frase scult in questo festival ed è in Il mio domani di Marina Spada. "Il suo lavoro è dare una spruzzata di Chanel per coprire la puzza di merda".

 

– Delirante test sottoposto sul luogo da povere e malcapitate ragazze probabilmente post-laureate. Dopo varie richieste di informazioni del tipo: "Da quanti anni frequenta il festival?" oppure "Con che mezzo si muove?" si arriva agli sponsor. Ma aspettate un attimo di sapere le domande. "Per lei BNL è un'azienda di successo?". "Per lei Lancia è un'azienda di successo?". Sarebbe curioso conoscere chi li ha ideati.

 

– Siparietto vicino alla libreria tra un operatore del settore quando vede una giovane mamma con un bambino piccolo. Dopo versetti, espressioni che volevano essere spiritose e buffe e che invece devono aver annoiato e infastidito il povero bambino, l'uomo ha chiesto alla donna l'età del figlio, poiha detto una di quelle frasi che è impossibile dimenticare. "Come crescono in fretta. Anch'io avevo du bambine piccole tanto carine, poi me sò inchinato un attimo ad allacciarmi le scarpe e quanno me sò riarzato erano diventate già grandi, laureate e fidanzate". Forse ha passato parecchio tempo giù ad allacciarsi le scarpe

 

 

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