FESTIVAL DI ROMA 2011- "Nuit Blanche" di Frédéric Jardin (Extra – Fuori concorso)

 Polar frenetico e convulso, Nuit Blanche è una corsa claustrofobica contro il tempo che supera il rischio della monotonia grazie ad un approccio viscerale e a un cast di attori tutti bravissimi.  Il film di Jardin sembra, a tratti, correre più veloce di quanto sia effettivamente necessario, tra cunicoli improvvisati e corridoi serpentini, piste da ballo zeppe di perturbante divertimento a comando e gangster corsi e turchi

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Ovvero salvezza e ( quasi ) redenzione in corsa contro il tempo, sotto neon da discoteca e anfratti lascivi, tra bagni manomessi e cucine demolite. La notte di Vincent, sbirro corrotto a cui è andato male un colpo, è bianca come la coca, merce di scambio che può salvare la vita del figlio.

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Tempo e colore sono gli elementi centrali, il cuore pulsante di Nuit Blanche. Il tempo è quello di una giornata cominciata con un’alba livida e traballante, nel centro di Parigi, è il tempo della sparatoria a cui Vincent partecipa nella sua veste non ufficiale; quella del criminale. La luce malferma delle prime ore del giorno si riversa nel latte andato a male ( di cui si accorge il figlio di Vincent a colazione ) e nel bianco sudicio delle pareti del commissariato, per poi scivolare nel chiarore intermittente e artificiale dei neon, nella discoteca dove Vincent passa la sua notte bianca sperando di salvare la vita al figlio in cambio del carico di polvere ( bianca, ovviamente ) che fa gola a tanti.

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Polar frenetico, che cerca di arrivare a Frantic come a Tarantino e ai B movies americani, il film di Jardin sembra, a tratti, correre più veloce di quanto sia effettivamente necessario, rischiando di trasformare la ricerca del ritmo tachicardico in fastidiosa monotonia.

Rischio tutto sommato aggirato, se non in pieno almeno in gran parte, perché Nuit Blanche ha una carica viscerale che tiene l’interesse dello spettatore per tutto il forsennato tragitto dello sciagurato (e pentito ) papà-sbirro Vincent, tra cunicoli improvvisati e corridoi serpentini, piste da ballo zeppe di perturbante divertimento a comando e gangster corsi e turchi. La formula del viaggio convulso e claustrofobico e dell’unità di tempo e di spazio funziona, anche grazie alle apparizioni di sfondi e personaggi laterali che incuriosiscono e spezzano l’uniformità del percorso.

La morale è facile: i cattivi non sono mai cattivi quanto i finti buoni. E nell’eterno scontro tra bene e male, la sottile linea che divide ( e confonde ) poliziotti e criminali è presto superata. Ma Nuit Blanche non è un film banale, e un cast di attori in stato di grazia gli regala un impatto emotivo notevole.

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