FESTIVAL DI ROMA 2013 – A vida invisivel, di Vitor Gonçalves (Concorso)

a vida invisivel
Ritorna alla regia l’autore portoghese, a distanza di 27 anni dall’acclamato Uma rapariga no verão (A Girl in Summer), definito una pietra miliare del cinema lusitano. Gonçalves, tra dolci dissolvenze ed interni trasudanti, valuta il fine che ci è dato, a far si di riportare tutti i nostri pensieri a una certezza evidente, quella di affrontare ogni momento del tempo che viene a sovrapporsi come derivazione di una incredibile fortuna 

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

a vida invisivelRitorna alla regia l’autore portoghese, a distanza di 27 anni dall’acclamato Uma rapariga no verão (A Girl in Summer), definito una pietra miliare del cinema lusitano e un affascinante ritratto della giovane società del dopo Salazar. Vito Gonçalves, discepolo di António Reis, in questi anni si è interessato di insegnamento, scrittura e produzione cinematografica e sembra non aver mai smesso di ritrarre la realtà circostante, facendola trasudare dalle pareti di suoi appartamenti bui, dalli grandi vetrate di alberghi o dall’inquadratura fissa su Piazza del Commercio di Lisbona, smembrata dai lavori in corso. È notte fonda e Hugo, impiegato ministeriale, siede sui gradini dell’ufficio in cui lavora. Non ha il coraggio di tornare a casa e non riesce a togliersi dalla mente le immagini di un misterioso filmino in 8mm che ha ritrovato in casa del defunto, suo superiore e mentore, Antonio. Evidente sembra il richiamo del regista verso il suo maestro Reis, colui che lo avrebbe spinto a lavorare per il cinema. Una sorta di omaggio alla memoria, una riflessione “a specchio” sul senso della vita e della morte.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 

Hugo ricorda il giorno in cui Antonio gli rivelò che stava per morire. Ripensa all’ultima volta che ha visto Adriana, la donna che amava. Lo assale il pensiero che la sua è stata una vita non vissuta, invisibile, o almeno fuori fuoco in istantanea, come nell’ultimo frame rubato. Col passo cadenzato e pesante, è cinema che appartiene alla sfera delle suggestioni, che rianima o probabilmente contorce stanze anonime, anime perse. Alberi sullo sfondo del mare in tempesta, rami agitati dal vento da una prospettiva inattesa, da una finestra d’ospedale. Le parole si asciugano nel desiderio apparente di girare un film segreto, lugubre, parallelamente alla storia effettivamente raccontata. Ma qual è questa storia? Forse solo la possibilità di creare uno spazio diverso, di nuove possibilità per idee che avanzano in corso d’opera e prendono lentamente forma. Come ritrovare la piazza magicamente aperta e liberata dai cantieri. È una costellazione di manifestazioni inattese, di momenti decisivi in potenza per tutti: per Hugo, per Adriana, forse soltanto sognata, per Antonio, forse soltanto ammirato, per la madre di Hugo, forse soltanto adorata, per Lisbona, forse soltanto specchiata. La coscienza della propria mortalità forse rende soltanto più vivi. Abituarsi a pensare che la morte non è nulla per noi. Gonçalves, tra le dolci dissolvenze, valuta il fine che ci è dato, a far si di riportare tutti i nostri pensieri a una certezza evidente, quella di affrontare ogni momento del tempo che viene a sovrapporsi come derivazione di una incredibile fortuna.  

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array