FILM IN TV – Colpire al cuore, di Gianni Amelio
Colpire al cuore vive di una intimità esibita e il tema del conflitto generazionale è affrontato con un'ottica del tutto originale nel quale si possono leggere le conseguenza che il terrorismo ha avuto sui rapporti privati e familiari. Non un film sul terrorismo, ma un racconto sulla paternità come lungo atto d'amore mancato, sulla vendetta affettiva che si consuma negli strappi insanabili dei due protagonisti. Sabato 21 febbraio, ore 8.40, Rai 5
Gianni Amelio un po' come Clint Eastwood lavora da sempre alla ricerca della definizione di una possibile paternità, di una paternità come lungo atto mancato, come errore di valutazione, come criterio fondante della storia di intere generazioni. La sua filmografia è davvero costellata di padri irrisolti e mancati, putativi e occasionali. Al cinema Amelio esordì nel 1983 proprio con questo film, ma alle spalle aveva già una lunga carriera di autore per la televisione, cominciata nel 1967, e una altrettanto lunga riflessione sul tema dei figli in rapporto con la paternità.
Il titolo è uno slogan di quegli anni la dove colpire al cuore significava colpire il cuore dello Stato, delle istituzioni, nel progetto criminale di un terrorismo miope e disastroso per quello che in seguito sarebbe accaduto. Però un film come questo, a parti rovesciate rispetto a quanto solitamente il cliché ci ha abituato a vedere, sta al terrorismo come il successivo Così ridevano sta all'emigrazione. Questa e l'altro sono solo scenari dentro i quali si muovono i personaggi e le storie di cui sono protagonisti. Quindi Colpire al cuore non è un film sul terrorismo, che ne analizza i processi sociali e storici. Dentro questa storia così oscura, girata in una Milano notturna e sgradevole il giovane Emilio, studente modello, scopre che il padre fiancheggia il terrorismo e denuncia i fatti di cui è a conoscenza. Il padre verrà arrestato.
È molto difficile per chi ha oggi meno di vent'anni comprendere cosa sia avvenuto in quegli anni di piombo e quale fosse il clima che si viveva nelle città e i sospetti che serpeggiavano nell'opinione pubblica. Amelio e il suo sceneggiatore Vincenzo Cerami ripuliscono il film da ogni inutilità narrativa, da ogni digressione politica, da ogni sentimentalismo familiare. In questo senso Colpire al cuore è un racconto di una esemplare asciuttezza che lo rende ancora oggi, a più di trent'anni di distanza, un film imprescindibile e quasi unico, nel panorama italiano, per la particolare dinamica che si instaura tra padre e figlio nello sviluppo della storia. Il giovane Emilio soffre dell'assenza paterna e non è moralismo quello che lo spinge a denunciarlo, non è neppure l'effetto di uno spiccato senso civile, ma paradossalmente è mancanza d'amore paterno, è forse peggio, perché è vendetta affettiva, è l'uccisione del padre nella tormentata storia che li lega e che insieme li respinge. Per una visione più politica è l'effetto drammatico di un clima sociale insostenibile, ma chi accusò Amelio di fiancheggiare a sua volta il terrorismo non comprese quasi nulla del film, si fermò ad un livello banalmente superficiale senza saperne cogliere la complessità. Colpire al cuore vive di una intimità esibita nel quale il tema del conflitto generazionale è affrontato con un'ottica del tutto originale e nel quale si possono leggere le conseguenza che il terrorismo ha avuto anche sui rapporti privati e familiari. Le dichiarazioni di Amelio all'epoca furono esplicite invitando gli spettatori a guardare il film solo attraverso questa chiave interpretativa che è quella che da sempre e già da tempo costituiva un tema costante della sua poetica. È questa dimensione privata a imprimere al film quel carattere e quel valore universale che prescinde da ogni contingenza storica, perché scende nel profondo delle anime dei suoi protagonisti colpendo si al cuore, ma al cuore di quegli strappi insanabili che sembrano rivivere nelle rovine già quasi post-industriali di una Milano inospitale.
Regia: Gianni Amelio
Interpreti: Jean-Louis Trintignant, Laura Morante, Fausto Rossi, Sonia Gessner, Vanni Corbellini
Origine: Italia, 1983
Durata: 105'