FILM IN TV: Potere assoluto, di Clint Eastwood
Potere assoluto è tratto dal libro di David Baldacci, e Eastwood ricompone i temi offerti dalla storia: la paternità o il cinema come unica possibile visione di verità, sintetizzando i contenuti attraverso il thriller, vero e proprio dispositivo di accelerazione delle componenti strutturate con precisione calibrata. Giovedì 2 febbraio ore 21 Rete 4.
Già dalle prime sequenze il film rivela alcune delle ineludibili componenti del mondo di Eastwood. Da una parte un complessivo occhio al potere come manifestazione di menzogna e creatore di un mondo senza padri, così come Luther non è padre di Kate, e dall'altra uno sguardo all'arte, al cinema, come ipotesi di estrema realtà. Viene da lontano la ricerca di Eastwood sull'argomento se Breeze e Honkytonk man avranno significato qualcosa. Quindi Potere Assoluto come film sulla paternità, come già lo splendido Un mondo perfetto e ancora, organicamente, un film sul cinema come ipotesi dello sguardo senza rimando, come unica possibile visione di verità. Il film, tratto dal libro di David Baldacci, ricompone questi temi e l'autore, sintetizza i contenuti attraverso il thriller, utilizzato come vero e proprio dispositivo di accelerazione delle componenti che si strutturano con precisione calibrata. Ne deriva un'opera complessa e ricchissima di spunti e di prospettive di visione, tutt'altro che minore nella filmografia eastwoodiana.
È una visione del mondo (perfetto? perfettibile?) che di volta in volta Eastwood ci propone con la sua estenuante ricerca dei padri. Qui, dove l'esplicitazione di questa analisi diventa manifesto e in cui la storia, affogata nel thriller, si imbastisce, grazie ai mezzi del cinema e del mascheramento, con il senso profondo della propria solidale e civile umanità, Eastwood fa emergere la faccia vera di un'America consapevole dei propri limiti e così distante dal mito televisivo che parrebbe inevitabile. Un'altra volta torna prepotente il divario cinema e tv. Quello luogo del reale e questo della menzogna (basti ricordare le ipocrite dichiarazioni che nel film si susseguono). Quello luogo dei padri e questo della negazione dei padri. È proprio sotto questa luce che, ancora una volta, il cinema di Eastwood diventa espressione della sua anima politica e di quella personale visione dei legami umani. La struggente storia del difficile rapporto tra padre e figlia (le assenze di lui, i rimproveri di lei) ne sono prova. Ma c'è forte la voglia di ritorno da parte del padre e così Luther diventa un vero e proprio angelo custode dei passi di lei. Così, in questo film, dove altri personaggi rivendicano un rapporto padre – figlio di autentico ipocrita contenuto (l'assassino e il marito della vittima) Luther Eastwood vuole riaffermare la propria verità attraverso i legami di sangue, nel paese senza padri nel quale vive e nel quale il rapporto tra verità e politica pare definitivamente compromesso. Verranno altri film sul tema nei quali il regista proseguirà, meticolosamente, il proprio percorso: Debito di sangue, Million dollar baby e Space cowboy sui quattro padri nel cosmo, in attesa del suo prossimo Flag of our fathers che, sin dal titolo, sembra essere il tassello definitivo a questa indagine, ma la riflessione deve continuare nel giorno in cui scompare la donna di un altro padre di quest'America un po' disorientata e un po' sconosciuta a se stessa e che Eastwood ci racconta con passione e umiltà.
Potere assoluto di Clint Eastwood (USA 1996), con Clint Eastwood, Gene Hackman, Ed Harris, Laura Linney
giovedì 2 febbraio ore 21:00 Rete 4