"Gaya", di Lenard Fritz Krawinkel e Holger Tappe

Computer Animation 3D oltre confine (hollywoodiano): ecco Gaya, personaggi per bambini e ganci di riflessione per adulti in uno scenario di glaciale realismo.

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Primo lungometraggio europeo girato in Computer Animation 3D, Gaya è un piccolo miracolo a (relativamente) basso costo che spicca il volo quando tocca certi temi e resta nella norma di genere quando tratteggia i suoi protagonisti, bidimensionali dentro e fuori – ma in fondo, il primo pubblico è quello dei più giovani…Colori lividi e lucidi e momenti di azione pura ci introducono in un mondo immaginario e meraviglioso, abitato da piccoli esseri quasi identici agli umani. Qui la vita è legata alla magia di una pietra, la Dalamite: e un intero microcosmo svela la propria fragilità e precarietà quando questa viene misteriosamente rubata e gli abitanti di Gaya rischiano l'estinzione. E' qui che si apre la strada al nodo cruciale della storia: come per i personaggi di Matrix o Nirvana, come per Peter Weir e il suo Truman Show, ma anche per i protagonisti di Il mio grosso amico Albert (tratto a sua volta da una serie televisiva), il cortocircuito tra realtà e finzione diventa sfondo invadente per la sceneggiatura e – se si riesce a non sospendere incredulità e sensibilità davanti a un film di animazione –  fa rimbalzare in avanti i pensieri sulla percezione di se stessi come immagini, sulla sensazione destabilizzante di essere o non essere creazioni di qualcun altro, a nostra volta bi-dimensionali, icone nel migliore dei casi, eterodiretti nel peggiore. L'idea centrale – Gaya e i gayani non esistono se non nella mente di uno sceneggiatore, e sono i protagonisti di una serie televisiva – è il punto di forza di Gaya; il riferimento all'universo delle immagini, al suo connaturato confondere ciò che esiste nella realtà con ciò che (forse) reale non è, al suo costante sdoppiare e moltiplicare i propri oggetti resta una marca di originalità nel contesto del cinema di animazione. Il resto della storia galoppa senza particolari intoppi verso il recupero della Dalamite, affidato a Zino, Boo e Alanta – rispettivamente eroe, aiutante e principessa (con la voce di Natalia Estrada), come vuole ogni schema fiabesco che si rispetti.

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Titolo originale: Back to Gaya
Regia: Lenard Fritz Krawinkel e Holger Tappe
Distribuzione: DNC
Durata: 91'
Origine:
Germania/Spagna/Inghilterra, 2004

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