Gli ospiti, di Svevo Moltrasio

“Ruba” da Polanski e dal dramma familiare italo-francese. Un’esordio altalenante, ma coraggiosamente ambizioso, che saltella tra i generi. Da oggi al cinema Lux di Roma

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All’interno di un casale della campagna romana dieci persone (più una) sono riunite per trascorrere una serata insieme. Sono per lo più coppie; ci sono Diego e Giulia, Serena e Giorgia, Bertrand e Paola e Fabrizio e Chiara. Insieme a loro anche Leonardo, Marco e il piccolo Luca – che riposa nella sua camera da letto. Non è chiaro il motivo per cui si siano ritrovati; quel che appare evidente è invece il turbamento diffuso dell’intero gruppo, introdotto in medias res nel bel mezzo di una furiosa litigata. All’improvviso, l’inaspettata rivelazione: nessuno conosce Marco, né lo ha mai visto o incontrato prima. Quest’ultimo però, senza particolari remore, afferma convinto di essere il padrone di casa.
Cadenzata dal violento temporale, cali di tensione e il refrain di una canzone francese riprodotta da un misterioso stereo, la serata si trascina così tra accesi dibattiti, paradossi e continui ribaltamenti di fronte. In un impetuoso tutti contro tutti che sembra non lasciare alcuna via d’uscita.

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Plana dall’alto Svevo Montrasio, plana sulla storia con un drone; lo fa con irruenza, concedendo al “fuoricampo” solo un rapido sguardo, prima di gettarsi addentro il labirinto di parole predisposto nel casale. Un labirinto, nulla di più; questa la struttura elaborata per Gli ospiti dal suo regista. Calcolata, apparecchiata a dovere, imbastita con i limitati fondi raccolti attraverso crowdfunding e infine liberata, offerta al cinema. Una struttura artigianale, forse fin troppo scritta, “piccola”, ma dalla notevole ambizione; coraggiosamente ancorata all’unità di luogo e d’azione del suo set minimale e al contempo abile a sfruttarne gli spazi.

Montrasio si muove sicuro, abbraccia la natura grezza della sua creatura e si diverte, ritagliando nelle stanze della villa micro-regioni di genere e saltellando tra commedia degli equivoci e noir. “Ruba” a più riprese, trafuga dall’incomunicabilità di Polanski e dal dramma francese; organizza un polifonico e intrecciato alterco e prova a restituire le incomprensioni tipiche del contrasto familiare, delineando un assurdo relazionarsi tra perfetti (s)conosciuti.

Non manca qualche inciampo, per lo più dovuto all’inesperienza. Ed è forse il desiderio di strafare ad “ammaccare” un’opera che, nel tentativo di incastrare ogni tessera del proprio puzzle, finisce inevitabilmente per forzare alcuni scambi, a ricadere – almeno a tratti – in una verbosità sin troppo ricercata. A rimanere è però un buon sapore; la sensazione di un esordio che, pur altalenante in fase di scrittura e di casting, nulla ha da invidiare a operazioni ben più costose e pubblicizzate. Un esordio che ha l’ardire di guardare ai grandi e insieme brillare della propria indipendenza.

Regia: Svevo Moltrasio
Interpreti: Svevo Moltrasio, Giulia Bolatti, Simona Di Bella, Leonardo Bocci, Quentin Darmon, Giorgia Narcisi, Federico Lima Roque, Chiara Tomei, Federico Iarlori, Paola Moscelli, Nathan Garcia
Distribuzione: Indipendente
Durata: 72′
Origine: Italia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
4.03 (30 voti)

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