I cinema romani fanno sciopero

I dipendenti di 11 sale del gruppo ex Cecchi Gori protestano contro l'azienda

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Continua lo sciopero ad oltranza degli undici cinema del gruppo ex Cecchi Gori, ora passato sotto il controllo di Massimo Ferrero e del gruppo Mediaport. I lavoratori lamentano infatti il rifiuto dell'azienda a garantire un confronto diretto con il personale.
"Le sale resteranno chiuse" ha annunciato il sindacato Cub Informazione "finchè non saranno sciolti alcuni nodi". Le sale interessate sono le seguenti: Adriano (nella foto a sinistra), Admiral, Ambassade, Atlantic, Broadway, Empire, Gregory, Reale, Roma, Royal, Sala Troisi.
In questi giorni lo sciopero degli undici cinema ha comportato anche lo slittamento di diverse anteprime stampa previste. Il Cub ha intanto chiesto l'intervento dell'assessorato alla Cultura di Roma Capitale per la ripresa di un confronto tra le parti in causa, sottolineando la sua insistenza perchè vengano mantenute l'attività delle undici sale romane e il rispetto delle norme contrattuali oltre alla "fine degli attacchi ai nostri iscritti".

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Pronta la risposta dell'azienda, che per parte sua respinge le accuse, motivando la protesta per un semplice trasferimento di sala di alcuni dipendenti come previsto dal contratto. Qui di seguito segnaliamo la prima parte della lunga comunicazione aziendale della Mediaport Cinema S.r.l.:

"Negli ultimi giorni abbiamo assistito a una serie continua di attacchi da parte della Cub Informazione con la proclamazione di scioperi selvaggi e di picchettaggi davanti alle sale.
Inoltre alcuni dipendenti non si sono fermati all'esercizio del diritto allo sciopero così come garantito dall'Art. 40 della Costituzione ma hanno dato vita ad alcune gravi iniziative, che, ormai non appartengono più alla sfera della dialettica sindacale ma hanno assunto chiari connotati penali per i quali l'azienda ha presentato tutte le necessarie denunce e sono state già adite le competenti sedi giudiziarie.
Questo gruppo imprenditoriale è sempre stato pronto e disponibile ad un confronto con la Cub Informazione ed i propri rappresentanti, ma, davanti alle aggressioni e gravi diffamazioni, ci siamo resi conto che la disponibilità, il buon senso e la dialettica non possono essere utilizzati verso chi è artefice di tali iniziative.
Dispiace inoltre venire a conoscenza che, notizie assolutamente false e gravemente diffamatorie nei confronti di alcuni responsabili aziendali siano state ritenute possibili e che tanti dipendenti abbiano aderito allo sciopero senza approfondire, verificare e sincerarsi di quanto falsamente riportato da un rappresentante sindacale.
Anche per questa diffamazione è stata presentata relativa denuncia presso la Procura della Repubblica.
Ricordiamo a tutti che il Gruppo Ferrero:
– paga regolarmente gli stipendi;
– onora gli impegni assunti, a volte assumendo anche impegni altrui (vedesi pagamento ferie arretrate);
– ha riconosciuto gli scatti di anzianità alle risorse che ne avevano diritto;
– ha autorizzato gli inquadramenti contrattuali nei confronti di nominativi che da 10 anni e più chiedevano gli stessi senza mai ricevere alcun riscontro;
– ha sempre detto che avrebbe riconosciuto la maggiorazione sul lavoro notturno e che i relativi conteggi sarebbero stati regolati con la fine dei notturni stessi;
– ha dato corso a un piano consistente di investimenti con evidenti miglioramenti strutturali nelle sale che venivano da oltre 10 anni di totale e assoluta carenza manutentiva;
– ha già determinato un preciso piano industriale che non ha mai previsto la chiusura di nessuna sala (come a volte sentiamo riportare da alcuni rappresentanti della Cub Informazione) ma, anzi, l'ammodernamento delle stesse con l'individuazione di alcune sale che saranno a breve riconvertite secondo i più moderni del settore con la creazione di sale vip e l'installazione di impianti di alta tecnologia;
– ha sempre agito nel pieno rispetto di quanto previsto nel C.C.N.L. e degli accordi  integrativi ed anche i "quattro" avvicendamenti (all'origine dello "scandalo" di cui veniamo accusati) sono assolutamente frutto di una logica tesa alla riorganizzazione aziendale che possa portare a una sempre maggiore che possa portare a una sempre maggiore efficienza operativa e, comunque, pur se appartenenti alla sfera decisionale aziendale, erano stati in larga parte anticipati alla stessa Cub Informazione in particolare per quanto attinente all'eccessivo numero di part-time che la multisala Adriano non poteva continuare ad avere. (…)
" (c.v.)

 

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