"Il sogno di Calvin", di John Schultz

Schultz spinge lo sguardo all'interno di un cinema avvolto nel monoset del campo da pallacanestro, senza che vi sia mai però un reale lavoro sulla superficie spaziale della scena, quasi asfissiata da un ritmo monotono e stancante che non si impone mai a livello visivo.

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Il fantastico nel basket, alla ricerca di un movimento perfetto che concili reale e fantastico, aspirazione e talento. E' all'interno di questi vuoti che si muove Il sogno di Calvin, in cui il ritrovamento di un paio di scarpe di Micheal Jordan porta il piccolo protagonista ad emulare direttamente il suo idolo. E' una proporzione sballata, un atto puramente illusorio che Schultz radica nel cuore della messinscena (aperta appunto sin dalle premesse iniziali all'irruzione di un'irrealtà trascinante), spingendo lo sguardo all'interno di un cinema avvolto nel monoset del campo da pallacanestro, senza che vi sia mai però un reale lavoro sulla superficie spaziale della scena, quasi asfissiata da un ritmo monotono e stancante che non si impone mai a livello visivo. Il sogno lungo un giorno di Calvin viene così spezzato in una successione ininterrotta di refrain sportivi, di corpi ammassati in aree contaminate da un agonismo in fondo straniante (il piccolo Mike alle prese con i giganti del basket con i quali combatte alla pari), e soprattutto di momenti che sembrano derivare chiaramente da una sorta di rimanipolazione quasi disneyana, senza che però vi sia mai un momento davvero liberatorio e magico (come appunto accade nei film Disney degli anni Settanta con Dean Jones), in grado insomma di dare una precisa forma filmica al pur interessante volo pindarico dell'inizio. In questo modo si arriva alla visione di un'opera oscillante tra una fisicità comunque mancata (gli avversari di Mike corrispondono quasi a funzioni fumettistiche, incapaci però di trasformarsi completamente in esse come accadeva in Space Jam) e il continuo rimando ad una dimensione mai veramente data (per l'appunto quella dello stravolgimento fiabesco di un certo reale), rinchiusa in uno sguardo troppo smaliziato per convincere anche solo un istante.

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Titolo originale: Like Mike
Regia: John Schultz
Sceneggiatura: Micheal Elliott, Jordan Moffet
Fotografia: Shawn Maurer
Montaggio: Peter E. Berger, John Pace
Musiche: Richard Gibbs, Jason Frederick, Kevin Kliesch
Scenografia: Arlajay Vetter
Costumi: Mary Jane Fort
Interpreti: Lil' Bow Wow (Calvin Cambridge), Morris Chestnut (Tracey Reynolds), Jonathan Lipnicki (Murph), Brenda song (Reg Stevens), Jesse Plemons (Ox), Robert Forster (Allenatore Wagner), Crispin Glover (Stan Bittleman), Eugene Levy (Frank Bernard), Anne Meara (Suor Teresa), Julius Ritter (Marlon)
Produzione: 20th Century Fox, Heller Highwater Productions, Josephson Entertainment, Like Mike Productions, Nba Entertainment
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 99'
Origine: USA, 2002

 

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