Insidious 4 – L’ultima chiave, di Adam Robitel

Anche Insidious sembra unirsi al movimento #TimesUp. Elise, la sensitiva della saga Blumhouse interpretata da Lin Shaye, salva migliaia di spiriti di donne imprigionate e da donne viene aiutata

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Insidious 4: The Last Key, è l’ultimo capitolo della saga degli Insidious, prodotta da Jason Blum e tenuta a battesimo dall’ineffabile James Wan, qui in veste di produttore. Protagonista è la sensitiva Elise, nei precedenti capitoli risolutrice del caso della famiglia Lambert, stavolta alle prese con un demone particolarmente difficile da annientare. Elise viene chiamata dal nuovo inquilino della casa dove è cresciuta nel New Mexico per liberare l’abitazione da inquietanti presenze. I have no memories here, I have scars, dice la donna ai suoi fedelissimi aiutanti Specs e Tucker non appena varcata la soglia dell’abitazione perché proprio lì, molti anni prima, aveva iniziato a percepire e dialogare con creature non umane e, per questo, ad essere severamente punita da suo padre, perché non negava ciò che vedeva e sentiva. Perché non faceva finta di niente.
Ed è proprio questo, inaspettatamente, l’aspetto più interessante di questo ultimo capitolo della saga, il viaggio spirituale della sua protagonista, Elise, a cui l’interprete Lin Shaye restituisce umanità e forza, dando vita ad un’anziana donna modernissima, dolente e libera, inquieta e coraggiosa. Il demone che la donna deve affrontare è ben più impegnativo del mostro che sconfiggerà alla fine: è la sua infanzia, la sua storia, il rapporto con la sua famiglia. Un padre violento, una madre morta per colpa del suo !dono”, un fratello abbandonato e ritrovato dopo anni. E proprio grazie alla sua famiglia, alle sue nipoti e ai goffi Specs e Tucker Elise affronta ancora una volta l’altrove, la dimensione parallela abitata da creature ultraterrene, protagonista di tutti gli altri capitoli della saga, qui invece presente solo nel momento finale.

Ma nell’altrove non ci sono solo demoni e sofferenza, se si ascolta bene, se non si dimentica, c’è qualcosa di più. Qualcosa che può salvarti. Ad essere salvate e a salvare, in questo caso, sono solo e soltanto donne. In un momento come questo per la popolazione femminile, di presa di coscienza e di risveglio, anche Insidious 4 sembra quasi unirsi al movimento #TimesUp. Elise salva migliaia di spiriti di donne imprigionate e da donne viene aiutata. Il film è scritto da Leigh Whannell, che è anche l’interprete di Specs, e diretto da Adam Robitel, già autore di un Paranormal Activity.
Le trovate horror sono abbastanza buone seppur non particolarmente innovative e si sente un po’ la mancanza dell’altrove, dimensione affascinante e totalmente protagonista nei capitoli precedenti, specialmente in quelli diretti da Wan, il cui tocco e misticismo resta insuperato. Qui l’altrove è fondamentalmente la tana del lupo (il demone), nei precedenti capitoli, invece, non soltanto un luogo di risoluzione ma un labirinto inquietante pieno di porte e quesiti, di demoni e di soluzioni. Un universo fatto di paura e desiderio, nel quale perdersi e ritrovarsi.

Titolo originale: Insidious 4: The Last Key
Regia: Adam Robitel
Interpreti: Lin Shaye, Kirk Acevedo, Spencer Locke, Josh Stewart, Angus Sampson, Javier Botet, Bruce Davison, Hana Hayes, Leigh Whannell, Caitlin Gerard, Marcus Henderson, Tessa Ferrer
Origine: USA, 2017
Distribuzione: Warner
Durata: 103′

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