La diva che veniva da un altro pianeta. Enrico Lucherini ricorda Anita Ekberg

anita ekberg

Il primo addetto stampa della storia del cinema italiano racconta la volta in cui, insieme a Fellini e all'attrice, inventò la Dolce vita. All'epoca, nella primavera del 1959, aveva solo 27 anni. La diva non aveva un carattere accomodante, odiava lo stile della dolce vita e si teneva lontana dalla mondanità. E col regista forse accadde qualcosa…

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anita ekberg"Quando mi dissero che avrei lavorato con Anita Ekberg, mi prese un colpo. Per me lei era ‘la’ diva. Avevo lavorato con attrici italiane brave, belle, affascinanti. Ma lei veniva da un altro pianeta. La chiamavano ‘ghiaccio bollente’, veniva dalla Svezia, era così sexy…”.

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Enrico Lucherini racconta la volta in cui, insieme a Fellini e ad Anita Ekberg, inventò la Dolce vita. Lucherini, oggi splendido ottantaduenne dagli occhiali colorati, è stato il primo addetto stampa della storia del cinema italiano. Ha accompagnato, e molto spesso creato, le carriere di divi e divi dl cinema. Ha costruito, ad uso e consumo dei paparazzi, spogliarelli, scandali, incidenti, amori. Nel 2007, Antonello Sarno ha fatto un film su di lui. Nel 2012, all’Ara Pacis, si è inaugurata una mostra sulla sua storia che si intreccia a quella di tutto il cinema italiano. Una vita passata tra divi e divine. Quando girarono La dolce vita, primavera 1959, lui aveva solo ventisette anni.

 

 

Che cosa ricorda di quella scena così famosa, di quella notte di riprese, di “Marcello, come here”?

Mastroianni aveva dei gambali impermeabili da pescatore, alti fino all’inguine. Anita no, aveva solo i vestiti di scena, e sotto niente. Forse perché era svedese, e non sentiva il freddo. O forse perché glielo aveva chiesto Fellini. Con lui era docile come un agnellino.

 

 

Solitamente non lo era?

Non aveva un carattere accomodante. Non dava confidenza a nessuno, era scontrosa. Un meccanismo di difesa inevitabile, per lei. La prima volta che arrivò in via Veneto, si bloccò il traffico, dovette intervenire la polizia. Appena appariva lei, si materializzavano cento persone intorno. Era una vera diva. Forse anche per questo è sempre stata molto ritirata. E anche con le colleghe attrici, non parlava mai molto.

 

 

Che rapporto aveva con la “Dolce vita”?        

La odiava. Come del resto è accaduto a me. La Dolce vita è un macigno sotto cui siamo finiti. E stiamo ancora a parlarne, mentre il mondo è cambiato, mentre succedono cose spaventose. Ma ci illudiamo che esista ancora, da qualche parte, una Dolce vita. Non c’è più.

 

 

Torniamo ad Anita Ekberg. Fellini era innamorato di  lei?

Anita era il prototipo della donna che Fellini adorava: procace, di forme generose, vitale, giunonica, pagana. Non so se tra loro accadde qualcosa o meno. A istinto direi di sì. E comunque, Anita lo adorava.

 

 

enrico lucheriniQuali altri episodi ricorda insieme ad Anita?

Con lei ho lavorato anche in Boccaccio ‘70. Ricordo le tavolate, dopo le riprese. Peppino De Filippo era pazzo di lei. Lei guardava me con complicità, come a dire ‘ma questo che cosa vuole?’….  

 

 

Nella vita privata, come era una diva così desiderata?

Infelice. Poteva scegliere tra mille uomini, ma quelli che ha scelto sono stati tutti sbagliati. Il marito Anthony Steel la prendeva  a schiaffi. E sbagliò anche il marito successivo. 

 

 

Con il pubblico qual era il suo rapporto?

Le piaceva essere amata. Ma alla fine ha odiato questo suo successo, perché non era più libera. Nella sua villa di Genzano, immensa, ai giornalisti e ai paparazzi che si appostavano per fotografarla, lei tirava con l’arco e le frecce! Come la regina di Saba….

 

 

Non le interessava la mondanità.

Per niente. Non andava ai premi, alle feste, non amava le serate social. Ultimamente era rimasta sola, non aveva amici. Vederla morire così per me è qualcosa di una tristezza senza fine.

 

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