LA FOTO DEL GIORNO – Pericolo di caimano

L'uscita del film di Moretti a due settimane dalle elezioni politiche, per una parte dell'Unione rischia di causare un effetto boomerang che Berlusconi potrebbe sfruttare. Il fantasma che aleggia è quello di Michael Moore che per alcuni, paradossalmente, favorì Bush…

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E' stato il radicale Daniele Capezzone a lanciare la proposta choc dalle frequenze romane di Radio Città Futura: "A due settimane dalle elezioni un film antiberlusconiano potrebbe rivelarsi un boomerang. Nanni Moretti ci pensi, potrebbe rinviarne l'uscita. Tra film e avvisi di garanzia si rischia di consegnare al premier argomenti utili per la campagna elettorale". Il mondo politico del centrosinistra è diviso. Chi accoglie l'appello del rinvio de Il caimano, chi non vuol sentirne parlare e chiede il rispetto della data di uscita già prefissata. Tra i favorevoli, imprevedibilmente, si annovera Antonio Di Pietro: "Gli elettori devono avere davanti a loro tutto ciò che non ha fatto Berlusconi e tutto ciò che invece vogliamo fare noi. Puntare su effetti diversi può essere controproducente. Di film e telefilm ne sono già stati fatti troppi". A rafforzare la tesi anche l'ex diessino Lanfranco Turci, recentemente passato alla Rosa nel Pugno: "Moretti è un bravo regista. Spero che il suo film porti avanti una critica intelligente, non faziosa. Ma occorre attenzione: il film di Moore su Bush non provocò tutti quegli effetti positivi che sperava il partito democratico. Anzi, avvenne il contrario". Parte all'attacco della proposta, com'è ovvio, il girotondista Pancho Pardi: "Mi sembra una follia. E' assurdo pensare che qualunque cosa facciamo si rivolti contro di noi, persino i film. Se davvero non potessimo dire la verità su Berlusconi per evitare l'effetto boomerang, saremmo fritti ". Per Franco Giordano di Rifondazione Comunista "il film non inciderà in alcun modo nella campagna elettorale", trovando giusto che Il caimano esca quando l'ha deciso Moretti perché "la politica non può dettare in alcun modo i tempi della produzione artistica". Il riformista Emanuele Macaluso non può giudicare in anticipo il film ma solo il suo autore che "non è uno sprovveduto propagandista ma un cineasta fine". Critica però la demonizzazione del premier: "E' assolutamente controproducente. La gente ha già capito da sola che Berlusconi è stato disastroso. Ciò che ancora non ha capito è se noi saremo capaci a governare bene e con un'unità tale da garantire certe scelte. Di questo dobbiamo parlare agli elettori ". (p.t.)

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