L'Auditorium di Roma si merita tutti quei soldi pubblici?
In una lettera aperta del suo Presidente, Pietro Longhi, l'Agis Lazio esterna perplessità sulla gestione
"Con questa lettera ci rivolgiamo a Lei [il Presidente per la Fondazione Musica per Roma, Aurelio Regina, n.d.r.] per illustrarLe le perplessità che l’Agis Lazio – in rappresentanza di oltre 200 imprese, con più di 33.000 spettacoli, 5,7 milioni di spettatori e un fatturato di 149,5 milioni di euro – esprime nei confronti della gestione dell’Auditorium. In questi giorni si è molto parlato dell’Auditorium e delle sue attività, ponendo la massima attenzione sui dati di affluenza del pubblico. Un aspetto che ha catalizzato l’attenzione di tutti gli organi di informazione e alimentato polemiche di vario genere. L’Agis Lazio ha espresso chiaramente la propria posizione in merito, sottolineando che tutte le iniziative volte a portare chiarezza in merito alla gestione delle risorse e delle strutture pubbliche sono da accogliere favorevolmente. Tuttavia l’aspetto relativo ai dati è solo una parte del problema. Infatti, troviamo sorprendente che quasi nessuno abbia evidenziato un aspetto di fondamentale importanza per gli operatori privati dello spettacolo dal vivo, ovvero che i risultati ottenuti da Musica per Roma sono anche frutto dei consistenti e continuativi finanziamenti pubblici che la Regione Lazio, la Provincia e il Comune di Roma, oltre alla Camera di Commercio di Roma, erogano a questa struttura, che in molti casi vengono utilizzati per mettere in atto dei gravi comportamenti lesivi del libero mercato e della concorrenza. Un problema questo che sembra essere molto sottovalutato dai media e dalle nostre istituzioni pubbliche. Eppure su questa oggettiva condizione di privilegio di cui gode Musica per Roma, già nel 2008, si era espressa chiaramente e negativamente l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Infatti, nella segnalazione inviata al Presidente del Consiglio, ai Presidenti delle Camere, al Ministro dei Beni Culturali, alle Regioni e al Sindaco di Roma “si evidenziava come tale stato di cose producesse gravi effetti distorsivi della concorrenza ed una situazione di vantaggio rispetto agli altri soggetti privati operanti nello stesso settore, con effetti negativi anche sul pluralismo culturale”. Relativamente a questa condizione riteniamo opportuno ricordare gli elementi principali che concorrono a creare tale condizione di squilibrio, con conseguente distorsione delle norme basilari a tutela di una sana concorrenza:
– Il rilevante intervento pubblico: 10 milioni di euro per il 2010, come nel 2009, solo da parte dei soci fondatori (Comune, Regione, Provincia e CCIAA);
– concessione in uso gratuito per 99 anni del complesso immobiliare "Auditorium – Parco della Musica" e dell’area di proprietà comunale prospiciente che abbatte in modo drastico i costi di gestione;
– la possibilità, nello svolgimento dell’anomala funzione di produttore e organizzatore di spettacoli, di garantire compensi fissi e cachet agli artisti, al di sopra dei costi di mercato a danno di tutte le altre imprese operanti nel settore, che si trovano a subire condizioni di mercato oggettivamente più sfavorevoli e onerose determinate proprio dal comportamento “concorrenziale” dell’Auditorium;
– l’utilizzo dei canali di comunicazione preferenziali messi a disposizione direttamente e/o indirettamente dalle Amministrazioni Pubbliche.
Sono molti, quindi, i fattori […] che contribuiscono a mantenere e rafforzare il ruolo predominante dell’Auditorium nel panorama culturale romano, ma tutti hanno alla base un consistente ed organico intervento pubblico, che dovrebbe almeno ridefinire il ruolo e le funzioni di questa importantissima istituzione culturale. Per questo, riteniamo che sia giunto il momento di avviare un confronto pubblico, aperto e costruttivo, su questi temi, con l’intento di individuare le modalità, le sinergie e le risorse in grado di creare un rapporto equilibrato tra le istituzioni culturali pubbliche e gli operatori privati del settore, nel comune interesse di valorizzare tutto il tessuto culturale cittadino, composto da centinaia di imprese di spettacolo che meritano rispetto e attenzione per il patrimonio professionale che mettono quotidianamente a disposizione della comunità".
(i.f.)