LETTE E…RIVISTE: le riviste di cinema da tutto il mondo – (Gennaio 2005)

Questo mese sguardo su: “ICG Magazine”, “Film Journal”, “Film Comment”, Inside Film Mgazine”, “Independent Film and Video Monthly” e “Sight and Sound”

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La storia più strana e triste, narrata con una sensibilità che non si vedeva dai tempi di Via da Las Vegas: la pensa così Film Journal su Million dollar baby ed è inutile aggiungere che già assegna a Clint Eastwood il prossimo Oscar. Che vinca o perda, rincara il settantenne mensile americano, Clint tiene viva la sua luce Mystic. Minore l'entusiasmo per Elektra, spin-off della riduzione cinematografica di un fumetto, interpretato dalla star di un telefilm (Jennifer Garner)… e a quanto pare insoddisfacente su ognuno di questi piani. Più clemenza per Coach Carter, la riduzione hollywoodiana di una storia vera, quella di un allenatore che si è rifiutato di mettere in campo la sua squadra fino a che i membri non avessero ottenuto voti decenti a scuola. Materiale perfetto per un teen-movie alla Varsity blues, degli stessi produttori di questa pellicola che abbonda nei cliché ma, dice Film Journal, ha una sua autenticità. Grazie anche alla presenza di Samuel L. Jackson nel ruolo del coach tutto d'un pezzo. Per finire, un'ode alla Lions Gate Film Releasing, che nell'anno trascorso ha incassato i successi di Fahrenheit 9/11, Saw e Shattered Glass, oltre ad un'incetta di Oscar, Golden Globes e Bafta.

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www.filmjournal.com

L'ultimo numero di ICG Magazine, il mensile della International Cinematographer's Guild, mette in copertina il fantasy con Jim Carrey Lemony Snicket's A Series of Unfortunate Events. Dedicata agli aspetti tecnici del cinema, la rivista ci traghetta nel mondo di illuminaizone, composizione di immagine, posizionamento della macchina, costumi e scenografie, per capire come trasferire su pellicola l'immaginario di una fiaba. Si discute di film e magia anche a proposito di The aviator: dalla ricostruzione del technicolor a due/tre pellicole alla ricerca di un naturalismo che non disdegna l'effetto vintage. Per ognuno di questi argomenti c'è il resoconto di fotografi di scena, assistenti alla regia ed altri membri del cast tecnico. Tra le altre pellicole studiate, spiccano The assassination of Richard Nixon e The life and death of Peter Sellers.


www.cameraguild.com/magazine

Il tema di gennaio/febbraio per Independent Film and Video Monthly  è il cortometraggio. Si parte da un'introduzione ("Anatomia di un corto") dedicata alla crescente legittimazione del genere in seno all'industria, seguita dai casi di attori indie buttatisi nella regia (Mili Avital con Theo and Juliet) e dal diario di produzione di Curtis, anche in copertina. La rubrica back to the feature parla dei corti che diventano lungometraggi, mentre il veterano Kevin Everson parla di Spicebush, pellicola "canonica" nata dall'idea di una serie di corti dedicati alla situazione degli afroamericani nei campus universitari dagli anni '50 ad oggi. Col regista si parla di segregazionismo, de-segregazionismo, "restaurazione", sperimentazione, documentario, ricerca storica e riprese in 16 mm. In calce agli articoli un breve riassunto delle esperienze del giornalista, una delle tante caratteristiche che rendono IFVM, oltre che estremamente impegnata, diversa dalle altre riviste per chi fa cinema


 


www.aivf.org

Si parla di innocenza negli articoli di punta dell'ultimo Sight and Sound (febbraio 2005). Divina quella de la nina santa, il cui miscuglio di divino ed erotico fornisce alla regista Lucrecia Martel l'occasione di parlare di santi e medici, alberghi e auto-consapevolezza. Francese quella di Audrie Tautou, protagonista di Une longue dimanche de fiançailles e della copertina. Talento, estetica o faccino così angelico da neutralizzare l'esubero di sesso sugli schermi? Questo si domanda proposito della popolarità di Amélie il mensile del BFI, che nel successivo articolo intitolato "Contrazioni muscolari" parla di casi in cui girare scene di sesso è lasciar fare agli attori ciò che viene loro meglio: è il caso di Well will I be loved di Peter Biskind. E prima di gettarsi sui grandi nomi (Max Von Sydow & Ingmar Bergman, Angelopolus e la sua trilogia), accarezza quello di Alexander Payne, in decisa ascesa dopo l'incetta di Golden Globes per il suo Sideways.


www.bfi.org.uk/sightandsound

Anche questo mese Inside Film Magazine sposa in modo riuscito campanilismo australiano e sguardo approfondito sul cinema. In copertina c'è Abbie Cornish (Somersault), una delle 20 personalità selezionate dal mensile come i più influenti volti nuovi del Paese. Non nuovo, ma certo influente: Baz Luhrman ha firmato l'ormai celeberrimo spot di un profumo spruzzato addosso Nicole Kidman, la cui produzione è rievocata con la scenografa Catherine Murphy. Mentre un altro attore australiano, Guy Pearce,  mette da parte l'abituale riservatezza per parlare del suo ruolo da protagonista in The proposition, scritto da Nick Cave. Tra i tanti pezzi tecnico-professionali che seguono, molti sono quelli dedicati a musica e suono, dalla squadra di post-produzione di  La foresta delle spade volanti (Jane Maguire più lo staff della Soundform) alla "bittersweat simphony" che acompagna One perfect day. Non poteva mancare la figura musicale più di spicco: Philip Glass, impegnato in un concerto-evento alla Sidney Opera House in tributo della trilogia Quatsi.


www.if.com.au

Il numero di gennaio/febbraio di Film Comment si apre su di una drammatica immagine di The aviator, a cui è dedicato uno dei servizi di punta, dividendosi lo spazio con Million dollar baby (recensione e intervista ondine con Eastwood). Non mancano i nomi: Otar Iosseliani, Jean Luc Godard, – in veste di attore e di intervistato e Gorge W. Bush: è lui l'attore protagonista del settore, in via di espansione, dei documentari politici. Dopo un passaggio in Israele per percorrere la Route 18, epico resoconto della questione palestinese girato on the road nel 2002 dai filmmakers Michel Khleifi e Eyal Silvan, è il momento dell'Europa. Si va a Torino per il festival dello scorso novembre e ad Amsterdam per ricordare l'incredibile morte di Theo Van Gogh. Non manca, in occasione del nuovo anno, l'inserto interno con il meglio del 2004 e le grandi attese del 2005: tra queste, 13 in tutto, il bimestrale ne seleziona soltanto due dalla propria nazione (The Garden di Frederick Wiseman e Ten Skies di James Benning)


www.filmlinc.com/fcm

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