LIBRI DI CINEMA – "Filmgate – Come Berlusconi ha ucciso il cinema italiano. Intervista a Silvio Sardi"

'Filmgate' firmato da Paolo Negro, per Editori Riuniti, è dedicato a 'come Berlusconi ha ucciso il cinema italiano'. La validità giornalistica di questo lavoro viene schiacciata però dal monologo, spesso ossessivamente ripetitivo. Avrebbe invece giovato ragionare su come e chi ha affossato il sistema. Senza sceneggiature già scritte, ne partiti presi, ma con la freddezza e la chiarezza di chi vuole capire e non arrendersi alle 'verità apparenti'.

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Filmgate – Come Berlusconi ha ucciso il cinema italiano. Intervista a Silvio Sardi

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a cura di Paolo Negro
 
Edizioni Riuniti
 
pp. 334 – 16 euro

 
 

 

 

 

 

 

"Agli inizi degli anni 90' – racconta Silvio Sardi, imprenditore e produttore cinematografico intervistato nel libro – il mercato italiano era governato da quattro operatori principali e (ritenevo) indipendenti tra di loro: ossia Berlusconi, Cecchi Gori, Rai e De Laurentis…Attenzione però. Quel periodo è molto particolare – prosegue il produttore di Honolulu Baby di Maurizio Nichetti –  è un periodo di svolta. Sono gli anni in cui il Cavaliere mise in atto l'operazione "piglio tutto" e in poco tempo si liberò di Cecchi Gori…La Rai rapidamente fu controllata in molti punti chiave da uomini del Cavaliere". Questo breve stralcio dalla lunga intervista, che compone il libro curato da Paolo Negro, dedicato come emerge dalla copertina, a 'come Berlusconi ha ucciso il cinema italiano'. A svelare i protagonisti, i retroscena, i metodi e le conseguenze di questo sistema ribattezzato dall'intervistato 'piglio tutto', è Silvio Sardi. Imprenditore approdato al cinema durante un lunga permanenza negli Stati Uniti e poi sbucato nel sistema cinematografico italiano con l'ambizione di vendere i suoi film, acquistati all'estero o nei festival internazionali, ai due unici distributori presenti sul mercato nostrano: Rai e Mediaset. Siamo alla fine degli anni 90', ma tranne qualche piccolo tassello, la situazione è rimasta pressoché identica. Sardi, come racconta nell'intervista fiume rilasciata a Negro, si socntra con un sistema 'truccato' dove secondo l'imprenditore, che porta in dote nell'appendice del libro i contratti di vendita dei suoi film, sostanzialmente non esiste un vera concorrenza per quantio riguarda la vendita dei diritti televisivi dei film. Ma pochi interlolucotori che governano con strani metodi la compra vendita. Intermediari e dirigenti del network privato che decidono prezzi e soprattutto, come più volte denuncia Sardi, anche chi può o non può vendere i propri film. Le risposte di Sardi sono incendiare e precise. Fa nomi e cognomi. Indica date e titoli di pellicole. Racconta incontri con Marcello Dell'Utri e Paolo Berlusconi. Miliardi investiti nell'edizione torinese de Il Giornale per cercare di entrare nelle grazie della famiglia Berlsuconi. Di porte chiuse in faccia e di suoi film comprati da altri e rivenduti a Mediaset per cifre molto più alte. Di fallimenti di case cinetografiche e di 'flop' come Honolulu Baby di Nichetti. Se da una parte la struttura dell'intervista è un materiale molto interessante e apre alcune questioni di scottante attualità (il libro è stato acquisito dai Pm del processo Mediatrade dall'altra le 200 pagine di botta e risposta tra Negro e Sardi tendono a ripiegarsi su se stesse. La ricerca compulsiva del colpevole o dei nomi illustri da 'sbattere in prima pagina', prende il sopravvento sull'enorme materiale, messo a disposizione del lettore nelle oltre 130 pagine di appendice dedicata ai contratti, firmati da Sardi. Pagine molte interessanti se passate al setaccio, preziose per capire gli strani meccanismi con cui i film venivano comprati da una società e rivenduti poi ad altre cifre. Perverse scatole chiuse che hanno affondato le ambizioni del neofita Sardi. La validità giornalistica di questo lavoro viene schiacciata dal monologo, spesso ossessivamente ripetitivo di Sardi. Avrebbero fatto comodo al lettore, poco avvezzo al mondo del cinema italiano, qualche scheda informativa per comprendere come lavora un produttore per vendere i suoi titoli. Un piccola mappa per orientarsi nel mare di nomi e riferimenti snocciolati dal monologo irruento di Sardi. Cercare di superare la lunga cavalcata contro il Cavaliere preparata dalle accuse del produttore sconfitto (vittima annunciata?) per ragionare invece su come (e chi) ha affossato il sistema. Senza sceneggiature già scritte, ne partiti presi, ma con la lucidità e la chiarezza di chi vuole capire e non arrendersi alle 'verità apparenti'.

 
 

 
 
INDICE
 
 
 Prefazione di Marco Travaglio
     
 
– Sfogliando l'album dei ricordi. Indigesti      
– Da Hollywood a Mediaset con una pizza (quella vera, mica di celluloide)
– Il miracolo del grande schermo: come ti complico la spesa per acquistare un film
– Tutti gli uomini (e non solo) del presidente
– Le promesse di Paolo, Pier Silvio e l'ingresso ne Il Giornale
– Da Honolulu Baby alla campagna elettorale di Dell'Utri: tutte le promesse mancate alla fine vengono al pettine. E così la Cidif toglie il disturbo. Per sempre.
– Per un cinema nuovo che impari dal passato.
– Appendice I Silvio Sardi    
– Appendice II Contratti    
         
 

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