LIBRI DI CINEMA – Fughe da Hollywood


Il lavoro di Simone Emiliani e Carlo Altinier, edito da Le Mani, si caratterizza per l’entusiasmo con il quale si lancia alla ricerca delle suggestioni scatenate dalle pellicole prodotte nel periodo più “anarchico” del cinema americano e la naturalezza con la quale se ne serve come elementi imprescindibili sulle quali innestare più compiute riflessioni. Gli autori stuzzicano la curiosità del lettore facendo riferimento a un’infinità di opere che sembrano susseguirsi per affioramenti fino a comporre un quadro emozionante e dettagliato di questa stagione.

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Fughe da HollywoodFughe da Hollywood
 
Simone Emiliani, Carlo Altinier
 
Le Mani – 2009
 
p. 336 – Euro 18,00
 

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Secondo Darwin, l’evoluzione non procede per salti. La storia invece si! Fratture drastiche (spesso violente) che segnano un prima e un dopo. La storia del cinema non fa eccezione ed è ricca di momenti nei quali la comparsa di un movimento rende immediatamente vecchio il cinema fatto fino al giorno prima. Insieme al Neorealismo ed alla Nouvelle vague, la cosiddetta New Hollywood ha rappresentato per il cinema uno di questi momenti: forse l’ultimo ad avere una rilevanza planetaria proprio perché andava a modificare i meccanismi sui quali si reggeva la più importante industria cinematografica del mondo. A differenza, però, degli altri importanti movimenti citati la New Hollywood si caratterizza per l’assenza di un qualunque programma teorico.

 

Come raccontare, allora, la stagione che ha maggiormente cambiato il cinema americano senza potersi appoggiare ad una base teorica di riferimento, ad un manifesto che ne enunci urgenze ed ambizioni?

 

Probabilmente l’unica via è quella di affidarsi all’affiorare delle suggestioni che emergono, come in una sorta di "flusso di coscienza", confrontando opere ed autori sempre con l'obiettivo di trovare il simile nel dissimile. Riuscendo così a risalire la corrente fino a rintracciarne le sorgenti, dalle più superficiali fino a quelle più profonde e nascoste.

 

Il lavoro di Simone Emiliani e Carlo Altinier si caratterizza proprio per l’entusiasmo con il quale si lancia alla ricerca di queste suggestioni e la naturalezza con la quale se ne serve come elementi imprescindibili sulle quali innestare più compiute riflessioni. Da questa scelta discendono le due caratteristiche principali del volume che sono, naturalmente, la facilità di lettura ed il rifiuto dell’impostazione dottrinale. Gli autori, infattiEasy Riders Raging Bulls, non si pongono mai in maniera assertiva nei confronti del lettore ma piuttosto ne stuzzicano la curiosità facendo riferimento ad un’infinità di opere (per rendersene conto basta sbirciare l’imponente, e indispensabile, indice di nomi e film presente in coda) che sembrano susseguirsi per affioramenti, appunto, fino a comporre un quadro emozionante e dettagliato delle opere (note e meno note) che questa stagione ci ha lasciato.

 

Gli autori decido di partire dalle testimonianze dirette dei protagonisti di quella straordinaria fase, già raccolte in maniera sistematica nello straordinario documentario "Easy riders, raging bulls" di Kenneth Bowser (che a sua volta prende le mosse dall’omonimo libro di Peter Biskind). Nel primo capitolo si procede, dunque, ad un esame dettagliato del documentario (anche mettendo in luce le differenze con il libro) riuscendo in poco più di venti pagine a dare un quadro (soprattutto a beneficio dei lettori meno esperti) del percorso che va dalla “provvidenziale” crisi economica che colpisce il cinema americano nella metà degli anni sessanta, all’affermarsi di un nuovo modo di fare cinema grazie ad una schiera di giovani e talentuosi attori e registi, fino alla fine dell’utopia schiacciata anche da alcuni eccessi di megalomania (e qui è il caso si sottolineare che il titolo del libro fa riferimento a Fuga da Hollywood di Dennis Hopper che è il caso più esemplare di “implosione creativa”) con il controllo che torna nelle mani del così detto studio system.

 

Nel secondo e terzo capitolo si affronta in maniera piuttosto approfondita quelle che erano le avanguardie della New Hollywood, ancor prima che questa nascesse, tenendo ben distinta la fucina di talenti (Coppola, Bogdanovich, Scorsese, ancora senz’anima) rappresentata dalla Factory Roger Cormandi Corman dalle avanguardie stilistiche della Underground Hollywood (già New American Cinema, che parte dagli anni ’40 ed arriva a Cassavetes) che negli anni ’60 si muoveva in un contesto di forte contaminazione culturale grazie a nomi come Warhol e Cage.

 

Interessante è poi vedere quale trattamento i nuovi cineasti riservano al cinema di genere (apparentemente) per definizione sempre uguale a se stesso. Gli autori si soffermano principalmente su due aspetti: la rielaborazione dei paesaggi urbani in chiave quasi espressionista che avviene nel cinema noir, e le varie letture che questi cineasti danno alla poetica della fuga (quasi un’ossessione per l’intero movimento) in un genere, il road-movie, nato proprio in quegli anni e che spesso ne assorbe e ne rielabora altri, a cominciare dal western.

 

È evidente, però, che il cuore del libro è il capitolo dedicato ai nuovi autori e nuovi divi nel quale si affrontano tutti i nomi che contano (ed anche tantissimi altri), le loro urgenze espressive ed inquietudini (prima fra tutte quel “Qual’ è il mio posto nel mondo?” che Ray faceva chiedere retoricamente a James Dean già nel ’55), i loro rapporti con l’Europa della Nouvelle vague ed infine i loro eredi.

 

L’ultimo capitolo Atmosfere, forme, generi, pur essendo una sorta di contenitore residuale, non è meno interessante perché in esso si affronta personaggi fondamentali come George A. Romero e Mel Brooks.

 

Alla fine di questo lungo ed a tratti intricato viaggio, quello che sta a cuore agli autori è mostrare l’estrema vitalità di queste opere; trasferire al lettore, più che un elenco di “pietre miliari”, la passione della (ri)scoperta dell’attualità (anche solo personale) di queste pellicole.

 

 

 

Indice:

Introduzione

 

La metemorfosi: il libro e il documentario Easy Riders Raging BullsF. F. Coppola
– Il documentario
– Prima della rivoluzione
– Il re della serie B
– Si spalancano le porte
– La libertà amico, è la cosa più importante
– L'uomo che sarebbe diventato re
– Easy Rider perde colpi
– L'ondata successiva
– I pazzi prendono il comando del manicomio
– La rivincita dei Nerds

 

Tieni l'azione, taglia il resto: Roger Corman
L'uomo che fuggì verso il futuro
– Altre anime cormaniane: Coppola, Bogdanovich, Scorsese

 

Underground Hollywood
– Il New American Cinema
– Il cinema che fuggì dal futuro
– Flaming Bodies, Fading Bodies

 

Strade senza ritorno: il road movie
– Le origini
– Ribelli senza causa
– On the road
– Gli inizi, da Roger Corman a Dennis Hopper
– Ritorno al passato
– Nel segno della velocità
– Criminali in fuga
– Contaminazione

 

Quel che resta della vecchia Hollywood
– I resti della Vecchia Hollywood
– Le mutazioni del tempo
– A metà strada
– Instabilità
– Dentro al nuovo cinema
– Ritorno dall'ombra

 

I nuovi autori e i nuovi divi
– Gli artefici del cambiamento
– Nuove inquitudini
– Europei ad Hollywood: un equilibrio delicato
– La nuova ondata
– I cineasti essenzialmente legati alla New Hollywood
– Altre figure
– I nuovi divi
– Attori dietro la macchina da presa

 

Malinconie metropolitane
– Fughe all'estero
– Le mille luci di New York
– Dall'esterno
– Oltre il passato
– Sulle strade del poliziesco
– Città-Stato: Rocky, Tutti gli uomini del Presidente e Provaci ancora Sam
– Le colline del desiderio: Hollywood/Los Angeles

 

Atmosfere, forme, generi
– Alla ricerca della libertà
– Fughe sonore
– La blaxploitation
– Viaggio nei generi tra classicismo e modernità

 

Bibliografia

 

Indice dei nomi e dei film

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