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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Il volume offre una sintesi critica e cronologica della storia del cinema futurista dagli anni ’10 agli anni ’30. È stato sicuramente Marinetti il primo a notare l’enorme potenzialità della nuova arte insita soprattutto nella vitalità del cinema popolare, per il suo atteggiamento irriverente e demistificatore e per l’audacia dei suoi giochi formali, capaci di apportare un totale rinnovamento dello sguardo e dei suoi contenuti visivi. Successivamente sono i fratelli Ginanni-Corradini ad intraprendere una ricerca cinematografica astratta fondata sulla drammatizzazione e sulla musicalizzazione delle linee e dei colori, per mezzo dell’assimilazione dialettica delle idee futuriste. Queste prime ricerche sperimentali culminano nel film Vita futurista, del 1916, su iniziativa del gruppo futurista fiorentino. Negli anni ’20 il cinema futurista comincia a riconoscersi in una serie di temi e soluzioni formali che partecipano all’avanguardia internazionale: l’estetica della macchina, la celebrazione vitalista dei rumori, la visione estatica dello spazio urbano, il cinetismo astratto, le compenetrazioni visive e le accelerazioni ritmiche. Il futurismo diviene in questi anni una cultura di dimensioni europee. Nel 1930, Cardero, Martina e Oriani realizzano Velocità, oggi considerata una delle opere cinematografiche più significative del movimento. Nel periodo successivo, Goffredo Alessandrini, Corrado D’Errico, Francesco Di Cocco sono gli artisti che più degli altri riusciranno a coniugare il movimento futurista ai grandi temi della modernità. Giovanni Lista, direttore di ricerca al CNRS francese, autore di numerose pubblicazioni sull’arte e sul lavoro delle avanguardie storiche, compie l’impresa di assemblare testi teorici sul cinema che permettono di approfondire la conoscenza del movimento futurista a livello teorico, ideologico ed estetico e di capire meglio la sua importanza all’interno della storia culturale italiana ed europea. Il libro è dedicato alla memoria di Mario Verdone, padre di Carlo, di recente scomparso, che Giovanni Lista considera fondamentale per i suoi studi e le sue ricerche e i cui stimoli intellettuali sono stati il punto d’origine anche di questo testo.