QUANDO IL GIOCO SI FA DURO…

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Furia Berti (a cura di)

Edizioni Il Castoro

Finito di stampare nel mese di maggio 2008

Pag. 224 –  12 euro

Un piccolo manuale di sopravvivenza urbana per non farsi cogliere impreparati quanto ad armi dialettiche: oltre 500 battute, scelte tra le più brillanti, ironiche e argute del cinema del passato e del presente. La curatrice Furia Berti, alla sua seconda raccolta dopo Hai una pistola in tasca o sei solo contento di vedermi?, uscito sempre per Il Castoro nel 2007, ripropone la suddivisione per tematiche, in capitoli contrassegnati a loro volta dal titolo di un film, stavolta però dichiarando un comune denominatore: quel misto di spirito, prontezza, autoironia e sano cinismo che ha reso indimenticabili i duri del noir, le icone della seduzione intelligente come Joan Crawford o Mae West, e che non smette di esercitare il suo fascino ai nostri tempi – abbiamo bisogno di cattiveria (ad ogni puntata del Dr. House andrebbero ringraziati i magnifici dialoghisti che tratteggiano la sua personalità…).

Alla voce "Niente di Personale" troviamo così di che riflettere civilmente prima di esprimere un giudizio “-Vorrei prendere un attimo per esaminare i vari modi in cui tu sei un escremento” (Philip Seymour Hoffman in La guerra di Charlie Wilson) mentre da "Parole Sante" rubiamo formule più perentorie quando siamo certi di aver compreso nel profondo il nostro prossimo: “Sei solo un grosso zero che cammina!” (Gene Hackman in Uccidete la colomba bianca). Sempre utili anche le dichiarazioni d’amore spontanee “Penso che in te ci sia più di quel che vuoi far vedere, perché di meno non può esserci!” (Jennifer Connelly in Hulk) e quelle a tempo “- Non capisco. Ieri notte avevi detto di amarmi. – Ho detto così? Comunque, era ieri notte” (Ramon Navarro e Greta Garbo, Mata Hari).

In realtà, scorrendo il volume si incontrano battute perfide, ma anche e soprattutto puramente comiche, di humor non propriamente nero, nonchè involontariamente comiche, come avviene purtroppo spesso nel cinema italiano di minor spessore, e sorprendentemente corrosive, come sempre di più affiorano nei cartoni animati. Non mancano le citazioni più famose, entrate ormai nel linguaggio d’uso comune, a rinfoltire soprattutto il gergo giovanile e a rimediare alla pigrizia dei copywriter (tutte quelle di Woody Allen, e poi Fight Club, Forrest Gump, La leggenda del Re pescatore, i Simpson), ma questo piccolo volume ha il merito di segnalare qualche chicca meno nota andando ad attingere anche pellicole modeste, di quelle che si finisce per ricordare proprio grazie a una singola battuta felice, e a cult  di genere: quelle, per esempio, delle eroine di Russ Meyer, che aiutano a comprendere meglio da dove nascono i personaggi femminili del cinema di Tarantino.

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