Monkey Man, di Dev Patel
Action alla John Wick in salsa induista e global, dove Dev Patel mette in gioco tutto se stesso per costruire un nuovo eroe in cerca di sanguinosa vendetta.
Ha un bel da fare Dev Patel in questo adrenalinico processo di apprendimento registico e performativo che è Monkey Man. La star di The Millionaire, senza alcun freno inibitorio ma con una frontalità quasi stalloniana, accentra su stesso il peso e la responsabilità “morale” di questo John Wick in salsa induista che decide non solo di interpretare e dirigere (prima esperienza da regista), ma anche di scrivere e produrre (con l’avallo di Jordan Peele). L’obiettivo è quello di mettere insieme l’intrattenimento action e la collaudata parabola dell’eroe in cerca di sanguinosa vendetta, con i riferimenti politici all’India contemporanea dilaniata da scontri etnici e dittatoriali leader religiosi. Qui abbiamo un guru al servizio di un Partito Sovrano che controlla le masse e perseguita le minoranze, tra cui quella del giovane protagonista che vede il suo villaggio raso al suolo e la madre giustiziata. La seconda scommessa è poi quella di costruire sulla fisionomia di Patel, da ragazzo campione di taekwondo ma al cinema finora utilizzato soprattutto in ruoli drammatici e “sociali”, una sorta di alter ego di Keanu Reeves – ancora il riferimento a John Wick espressamente citato in un dialogo, come nelle scene di lotta e nei cromatismi pop-art – con tanto di barba e abito scuro capace di unire e far dialogare gli immaginari e gli spettatori delle due grandi industrie mondiali di oggi: Hollywood e Bollywood.
Patel si sottopone quindi a un vero e proprio training, fisico, agonistico e simbolico, che è la traccia nascosta di un film che ha il compito di “inventare” e rendere credibile (e globalizzabile) questo lottatore senza nome con la maschera di gorilla e le mani ustionate nell’incendio che ha ucciso la madre quando era bambino. Si tratta di raggiungere il giusto “accordo” e quando a un certo punto il protagonista impara ad allenarsi e a colpire il sacco seguendo i ritmi tribali del bongo capiamo che per la sua vendetta e per la definizione del super-eroe è la volta buona. Occhi sgranati a rievocare le violenze subite e i traumi del passato, più un corpo di cicatrici, ferite, fiotti di sangue pronti a sgorgare, che però è capace di sopravvivere a tutto, il monkey man di Patel ha una sua resistenza “immortale” e religiosa, di fatto una incarnazione di Hanuman la potente scimmia che combatte le forze del male più volte evocata all’interno del film. E tutto questo, a fronte di qualche ridondanza simbolica, procede spedito con ritmo incandescente, inquadrature sghembe, acrobazie e coltellate, senza stare troppo a tergiversare. Nel bel mezzo di questo frullatore fumettistico Patel trova anche il modo di immergere il suo action nelle tenebre della notte e dei bassifondi, configurando plasticamente il conflitto tra luce e buio, bene e male, depurazione e violenza.
Titolo originale: id.
Regia: Dev Patel
Interpreti: Dev Patel, Sharlto Copley, Sobhita Dhulipala, Pitobash, Vipin Sharma, Ashwini Kalsekar, Adithi Kalkunte, Makrand Deshpande
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 121′
Origine: USA, Canada, Singapore, India 2024