MOVIEGAMES – Il decimo pianeta

…secondo i Sumeri si chiamava Nibiru ed era abitato da divinità che al passaggio dello stesso vicino alla Terra si erano mischiate agli umani dando luogo ad una stirpe di giganti. Chiaramente gli stessi nazisti appassionati dell'Arca dell'Alleanza non potevano interessarsi ad un mito che assomigliava tanto al loro caro "uebermensch"!

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Provate ad andare su Google e ad impostare una ricerca con "Nibiru" come parola chiave. I risultati sono 664.000 se non limitate la ricerca alla lingua italiana e se lo fate rimangono la comunque ragguardevole cifra di 40.900. E non per un termine comune, ma per il nome che i Sumeri davano ad un misterioso decimo pianeta (o dodicesimo, le interpretazioni non sono concordi) con un'orbita fortemente ellittica che lo portava periodicamente (un periodo comunque della durata di varie centinaia d'anni) vicino alla Terra. Su questo pianeta sarebbe vissuta una popolazione venerata dai Sumeri come divinità per la loro longevità ed il loro progresso tecnologico. Ora possiamo ben credere che si tratti di spazzatura pseudo-archeologica e pseudo-astronomica (anche se, al di là dell'inevitabile messe di esaltati e di poco informati, potrebbe comunque nascondersi il Fox Moulder del caso…) però è anche vero che tale spazzatura a livello di fiction può trasformarsi nella gallina dalle uova d'oro. Pensiamo a Il codice Da Vinci di Dan Brown e a tutto l'indotto che ha creato tra commentatori e denigratori, tra esperti delle vicende occorse a Rennes-le-Chateau ed eruditi che s'affannano a spiegarci che si tratta solo di frescacce. Tra l'altro, ben prima di Dan Brown, ci aveva portato nella cittadina francese un videogioco stupendo, Gabriel Knight 3: Il mistero macchiato di sangue (1999), dove dobbiamo aiutare l'investigatore digitale a far luce sui misteri arcani della cittadina. Dunque nulla di strano se invece di Templari e riti perversi qualche sviluppatore s'innamora per ambientarvi le proprie creazioni di fantasiosi miti Sumeri riportati in vita dalla contemporanea saggistica esoterica e para-new age. L'importante è che ci diverta!

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Ni-Bi-Ru: Messaggero degli Dei (Power Up, per Pc) avrebbe tutte le potenzialità per divertirci altrettanto del suo predecessore videoludico Gabriel Knight: abbiamo un investigatore del mistero, Martin Holan, che viene assoldato dallo zio per andare a scoprire una misteriosa cava che i nazisti avrebbero aperto in Boemia poco prima della loro disfatta e che potrebbe custodire il mistero del tesoro perduto del Terzo Reich (sullo stesso tema ci aveva intrattenuto anche Neal Stephenson col suo romanzo Cryptonomicon). Martin scopre però che il mistero contenuto nella miniera non è l'oro, quanto un misterioso progetto "Nibiru" che avrebbe consentito ai nazisti di rovesciare le sorti della guerra se solo fosse stato completato in tempo. Il progetto riguarda l'immortalità umana (la stessa "qualità" dei misteriosi abitanti dell'altrettanto misterioso pianeta "scoperto" dai Sumeri) e per trovare il prototipo realizzato dagli scienziati nazisti prima che gli Alleati spazzassero via il Reich molti sono disposti ad uccidere. E Martin troverà, fin dall'inizio dell'avventura, il suo cammino cosparso di cadaveri dovendo trasformarsi non solo in cacciatore di tesori ma pure anche in qualche misura in detective, se non altro per sfuggire egli stesso ai concorrenti assassini.

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Insomma: di carne al fuoco ce n'è parecchia. E se poi pensiamo che i realizzatori di Ni-Bi-Ru sono gli stessi Future Games del già apprezzato Black Mirror e che, proprio come il precedente titolo abbiamo di fronte un'avventura complessa, ben disegnata, egregiamente doppiata in italiano, al prezzo davvero strabiliante di € 19,90 faremmo la figura di quelli un po' pidocchiosi a voler trovare qualche difettuccio qua e là, no? Eppure… Eppure qualche difettuccio qua e là in effetti c'è e non si tratta solamente di peccati veniali. Peccati veniali forse potremmo considerare la programmazione non esaltante (i percorsi "fissi" compiuti dal personaggio negli spostamenti anche quando si tratta di quelli più lunghi ed illogici) e l'assenza di personaggi "non giocanti" a parte quelli con cui dobbiamo parlare (anche nel bel mezzo di una città). Meno la pessima decisione di non rendere disponibili elementi del gioco finché essi non servano effettivamente a risolvere qualche enigma (certo questo evita che si vada poco realisticamente in giro con l'inventario iperimbottito d'oggetti, ma ci costringe ad andare continuamente avanti ed indietro per i sottolivelli per provare a vedere quali oggetti che prima non potevamo raccogliere si siano sbloccati) o i buchi clamorosi ed inverosimili all'interno della storia. Possibile ad esempio che il nostro buon Martin si ritrovi a sfuggire per un pelo dalla polizia dopo aver trovato il cadavere di una donna la cui uccisione avrebbe potuta essergli attribuita e lui e poi si presenti tranquillamente al posto di lavoro della stessa con il di lei badge senza destare il minimo sospetto, senza che nessuno gli chieda nulla? E questo per citare solo un episodio iniziale ma "buchi" ben più corposi s'incontrano più avanti. Oddio, adesso però mi sento un po' come se avessi sparato sulla Croce Rossa e di certo siamo pieni di titoli molto più brutti a prezzo pieno. In realtà Ni-Bi-Ru non è brutto, gli enigmi sono abbastanza bene calibrati anche se non sempre "essenziali" alla trama, il soggetto azzeccato, la grafica bella, la gestione dell'inventario immediata e merita senzaltro di essere provato. Peccato solo che con qualche attenzione in più avrebbe potuto aspirare ad un giudizio e ad un'attenzione di ben altro livello!

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