Nina et le secret du hérisson, di Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli

Attraverso un’animazione semplice e precisa, racconta una storia che mette insieme l’avventura della protagonista Nina e il dramma della disoccupazione. Locarno Kids

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Degli effetti speciali si può sicuramente fare a meno. Quando si conoscono le basi del racconto la semplicità diventa un valore aggiunto. Le emozioni ed i sentimenti hanno un tratto delicato, una forza che non ha bisogno di un travestimento eccentrico o di un effetto a sorpresa, sono piuttosto simili ad una luce che si accende ed illumina malgrado tutto. Nina et le secret du hérisson è quello che si direbbe un film per bambini, pedagogico, educativo, empatico, non certo limitato solo a loro. Lineare, limpido, ugualmente profondo nell’affrontare tematiche sociali ed economiche importanti e quelle invece più legate alla sfera intima, un abbraccio e una carezza.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Nina è una ragazzina con una famiglia fantastica, affettuosa, piena di premure. Suo babbo in particolare tutte le sere per farla addormentare inventa delle storie, disegna personaggi e la fa sentire parte di un mondo favoloso. Poi all’uomo succede qualcosa di terribile; a causa di un furto di denaro perde il lavoro in fabbrica e diventa triste e sempre preoccupato. Nina farebbe qualunque cosa per restituirgli il sorriso. Comincia ad elaborare un piano ritrovare il malloppo insieme a Mehdi, un ragazzo che abita nel suo stesso palazzo ed è cresciuto con lei, è un amico, un complice, la seguirebbe in capo al mondo, e sarà lui ad aiutarla in questa avventura. Sulla loro vita si riversa la sciagura della disoccupazione, che li priva di tranquillità e sicurezza, li destabilizza, sposta umori e comporta rinunce. Ma gli insegna anche a riconoscere le battaglie giuste per cui lottare, la famiglia, l’amore dei propri cari. Niente di epico, soltanto il coraggio di non darsi per vinti. Combattere, anche a costo di trasgredire le regole, rischiare, e rialzarsi dopo una sconfitta. Farlo per qualcosa che è troppo prezioso da dare via e racchiude il senso stesso della vita. Ascoltare la propria coscienza.

L’animazione è un 2D essenziale, le linee chiare e precise come i caratteri immaginati di contorno, la vecchia vicina con un gatto, il custode e il suo cane rabbioso, i gufi in attesa, la luna, la notte. L’equilibrio cromatico si presta ad una lettura di estrema facilità, e non nasconde enigmatici misteri. Sviluppa una trama che non presenta salti temporali complicati e lascia anche presagire un lieto fine. È tanto logico quanto poetico nel ribadire i concetti, mostrando un riccio che cammina placidamente sopra una banconota da cinquecento euro dopo aver annusato se fosse commestibile. I due autori, Gagnol per la scrittura e Felicioli per la parte visiva, sono al terzo lungometraggio – tra cui Un gatto a Parigi – e dimostrano una maturità artistica notevole e confermano come le idee siano qualcosa che con il budget hanno poco o nulla a che fare.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.8
Sending
Il voto dei lettori
0 (0 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array