Papa Francesco – Un uomo di parola. Incontro con Wim Wenders

Il regista è a Roma per presentare il film su Papa Bergoglio, da Cannes. L’autore si concentra sulla capacità del Pontefice di stabilire una connessione con le persone. In sala dal 4 al 7 ottobre

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Wim Wenders a Roma all’incontro con la stampa per Papa Francesco – Un uomo di parola ha parlato della sua esperienza di credente. “Sono cresciuto cattolico. All’età di 16 anni ho davvero pensato di farmi prete. Poi sono arrivati i film, il rock’n roll”, si è dunque allontanato dalla religione per un breve periodo. “Negli anni ’70 sono diventato un protestante. Ci tengo che al Vaticano sappiano che hanno assunto un protestante”, ma ci tiene a sottolineare che “dall’educazione cattolica non ci si libera mai”. Non poteva reagire con indifferenza quando ha ricevuto la lettera di Don Dario Viganò per realizzare un progetto su Papa Francesco. L’idea per il film era molto vaga ma ha accettato l’incarico, ma ad una condizione: che sarebbe stato un progetto indipendente.

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È rimasto molto colpito quando Bergoglio è stato eletto Papa: “Ha conquistato il mio cuore prima ancora che lo incontrassi. Mi ha conquistato quando ha deciso, appena prima che noi lo vedessimo in televisione, di chiamarsi Francesco. Francesco è un nome rivoluzionario” sottolinea Wim Wenders, come se nel nome fosse racchiusa tutta l’essenza del papa. E per prepararsi al film ha voluto approfondire la sua conoscenza su San Francesco. “Ho visto dozzine di film su San Francesco” ci spiega il regista, “tra cui quello di Roberto Rossellini. È molto bello ma è invecchiato un po’ male”. Ha anche recuperato il San Francesco interpretato da Mickey Rourke ma un santo pieno di tatuaggi gli sembra improponibile.

La scelta del nome è soltanto una delle tante scelte coraggiose compiute dal Papa. Bergoglio ha sempre saputo trasmettere quell’energia che serve per affrontare i nostri tempi. “Siamo in un periodo molto decisivo per l’umanità” afferma Wim Wenders, “può andare tutto storto oppure ci può essere una svolta. Però serve l’ottimismo. Papa Francesco ha una tale energia! Speravo di far arrivare lo spirito di quest’uomo alla gente. Tante persone hanno abbandonato la nave. Papa Francesco invece parla come un capitano responsabile”. Il regista ha inoltre sottolineato come l’arrivo di Bergoglio abbia scosso anche il Vaticano stesso. “Papa Francesco chiede tolleranza zero” ci dice riferendosi ai casi di pedofilia. “Ha ereditato questo problema enorme, mostruoso. Nella sua trasparenza si spinge troppo oltre”. Il Vaticano ha lasciato Wim Wenders libero di lavorare. “Non hanno mai interferito. Alla fine ho capito che era un bene. Non c’è nessuna immagine che mi sia stato chiesto di aggiungere o togliere. Nessuno ha espresso uno scopo da raggiungere. Dovrei fare un film per i cattolici? No.” Il regista ha dunque scelto di concentrarsi sulla capacità del Papa di stabilire una connessione con le persone, aspetto che “avrebbe funzionato più con il cinema che con la televisione”.

Ed è molto forte la connessione fra Papa Francesco e Wim Wenders, che ne è rimasto subito colpito. Papa Francesco ha raccontato a Wim Wenders che da giovane quando confessava i fedeli chiedeva a coloro che avevano figli: “Ma voi giocate con i vostri figli?”. Questo senso di tenerezza secondo il regista “non è una debolezza ma una forza”, a differenza di quanto insegnano i politici.

Papa Francesco – Un uomo di parola sarà nelle sale italiane dal 4 al 7 ottobre.

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