"Perfect Score", di Brian Robbins

Pellicola senza infamia e senza lode estranea, però, ad un'aurea mediocritas, in cui neanche gl'interpreti sembrano divertirsi e la regia si accontenta di accompagnare, con sterile solidità “professional”, i tracciati delineati dalla “muta” affamata di scorciatoie composta da questi truffatori liceali

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Come il test per la patente non fa dell'aspirante automobilista un guidatore saggio e provetto (come possiamo verificare ogni giorno avventurandoci in quella giungla sempre più selvaggia che si chiama "strada") così la mania massificante, semplicistica e nozionistica tipica di un popolo di storia e quindi cultura giovanissima come quello Usa, screma con dubbia efficacia il popolo dei giovani studenti. Quindi perché non coalizzarsi per trovare un modo di fregare il "Sistema"? E' l'estrema decisione che accorpa sei studenti al termine del liceo, affamati di riuscire a mettere le grinfie sul famigerato test S.a.t. capace di troncare, con somma indifferenza, sia le ambizioni dei più secchioni che quelle dei più asini. Una "classe mista di soliti ignoti" dove si va dalla studentessa modello Anna (Erika Christensen) allo scapestrato studente d'origini orientali e misconosciuto genio dei computer Roy (Leonardo Nam) che con la sua buffoneria ricorda molto da vicino il folle Data del spielberghiano-donneriano I Goonies (solo un po' più cresciutello), senza dimenticare la punta di diamante dark Francesca (Scarlett Johansson: L'uomo che non c'era, Lost in Translation, La ragazza con l'orecchino di perla), i due amici per la pelle Kyle (Chris Evans) e Matty (Bryan Greenberg, A civil action) e il cestista con la via aperta verso l'NBA Desmond (Darius Miles). Se l'idea di base sulla parzialità esaminatoria di test che possono crudelmente decidere del futuro di una giovane vita, poteva fornire spunti interessanti per parlare dell'istruzione (e, per estensione, della società) di massa, i tre sceneggiatori assieme a Robbins svogliatamente ne attingono senza forte convinzione, sfilacciando il racconto nel perdersi dietro a pedinamenti di scarso approfondimento psicologico dei protagonisti. La pellicola di Robbins, autore del demenziale e demente Pronti alla rissa sul decerebrato mondo del wrestling e del claudicante mix commedia-dramma calato nel mondo del baseball Hardball con Keanu Reeves  e Diane Lane, è senza infamia e senza lode ma estranea ad un'aurea mediocritas e neanche gl'interpreti sembrano divertirsi mentre la regia si accontenta di accompagnare, con sterile solidità "professional", i tracciati delineati dalla "muta" affamata di scorciatoie composta da questi truffatori liceali che non sono né dei "signori della truffa" né "sei simpatiche carogne". E se possiamo graziare i 5 colleghi perché poco conosciuti e non molto dotati, per la Johansson che si guarda bene dal dispensare anche solo una stilla dello straordinario talento profuso nel prodigioso Lost in translation, lo "score" è tutt'altro che "perfetto" e rasenta il "4" tipico di quell'inciampo da manuale che sarebbe meglio evitare a carriera già avviata ma ancora in via di consolidamento. 

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Titolo originale: The Perfect Score


Regia: Brian Robbins


Soggetto e Sceneggiatura: Mark Schwahn, Marc Hyman, Jon Zack


Fotografia: J. Clark Mathis


Montaggio: Ned Bastille


Musiche: John Murphy


Scenografia: James Hinkle


Costumi: Melissa Toth


Interpreti: Scarlett Johansson (Francesca Curtis), Erika Christensen (Anna Ross), Chris Evans (Kyle), Bryan Greenberg (Matty), Leonardo Nam (Roy), Darius Miles (Desmond), Tyra Ferrell (madre di Desmond), Matthew Lillard (Larry), Iris Quinn (madre di Kyle), Linda Boyd (madre di Anna), Michael Ryan (padre di Anna), Fulvio Cecere (padre di Francesca), Dan Zukovic (mr. G), Dee Jay Jackson (guardia)


Produzione: Paramount Pitcures, Spyglass Entertainment, Tollin/Robbins Productions


Distribuzione: UIP


Durata: 92'


Origine: Usa, 2003

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