RIVISTE DI CINEMA – Il Direttore della Fotografia Hoyte Van Hoytema racconta "Her"

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Il portale InContention intervista il direttore della fotografia di Her, l'olandese Hoyte Van Hoytema: un'occasione per parlare del tipo di futuro concepito nel film di Spike Jonze e del processo di astrazione che ha portato alla formulazione estetica del film

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her di spike jonzeL'olandese Hoyte Van Hoytema colpisce l'attenzione dei cinefili nel 2008 con l'horror svedese Lasciami entrare diretto da Tomas Alfredson, del quale cura appunto la componente visiva. Il film ha una notevole fortuna internazionale, viene realizzato un remake americano e pone Van Hoytema come uno dei più promettenti direttori della fotografia in circolazione. Nel 2010 lavora con David O. Rusell in The Fighter e l'anno successivo ancora con Alfredson per La talpa. Ha avuto l'onore di sostituire Wally Psister nel prossimo e atteso film di Christopher Nolan Interstellar, mentre quest'anno ha curato la fotografia di Her di Spike Jonze. Proprio a proposito di quest'ultimo film riportiamo parzialmente un'intervista rilasciata dal cineoperatore olandese al portale InContention, dove Van Hoytema racconta il suo rapporto con Jonze e la componente estetica del film.

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Penso che ogni regista che mi avete nominato (i registi sopra citati, ndr) sia un grande autore” afferma Van Hoytema. “Ciascuno di loro ha un approccio del tutto differente nel manifestare se stesso, o nel modo in cui media i propri sentimenti e le proprie idee. Possiedono tutti idee uniche e metodi unici per ottenerle. Penso che ognuno di loro sia un autore molto importante e significativo. Sono stato davvero fortunato.” Per Her comunque Van Hoytema s’è messo nei panni di qualcun altro. Fino a questo momento Jonze ha collaborato con il direttore della fotografia Lance Acord per film come Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Nel paese delle creature selvagge. Ma con Acord impegnato in un passo in avanti nella regia con la sua casa di produzione Park Pictures, Jonze si è trovato ad avere colloqui di lavoro con un certo numero di persone, cercando qualcuno che fosse in grado di condividere la sua idea futuristica di Los Angeles. Con Van Hoytema tutto è cominciato con una chiamata Skype,- una lunga chiamata skype.

Ci siamo sentiti via skype e dopo due ore ci trovavamo ancora lì” racconta Van Hoytema. “Abbiamo avuto un bel collegamento e la prima cosa che Jonze mi ha scritto la mattina è stata: “E’ stato da paura. Siamo stati su skype due ore e il tempo è volato!’” Quello chiaramente è stato un buon segno che avremo potuto lavorare bene insieme."
Nel corso di quella prima chiamata hanno parlato parecchio del film, ma Von Hoytema afferma che ciò di cui hanno discusso in particolare durante quell’occasione è come pensa che i film debbano essere, come dovrebbero farti sentire, il tuo approccio al lavoro nel focalizzarti al di là di quella prima suggestione. “Ci siamo sentiti a un livello molto più personaleha detto.“Certo, quando abbiamo iniziato a lavorare le cose si sono fatte più concrete. Spike mi ha fatto sapere quali fossero le sue opinioni e considerazioni sul film. Ma non era qualcosa che potesse rappresentare la base per la collaborazione. Era molto più un’intuizione o piuttosto qualcosa a livello chimico.

All’inizio della preproduzione Jonze ha specificato quanto non avrebbe voluto che il futuro in cui saremmo stati catturati somigliasse a una distopia. Voleva che fosse un futuro veramente comodo e difatti il film ha convogliato un mondo sconnesso di ansie a tinte calde e miti. “Abbiamo cominciato parlando dei riferimenti, guardando libri di foto, una sorta di ibrido fra l’essere un po’ concettuale e molto teorico,” afferma Van Hoytema sullo sviluppo dell’identità visuale del film. “Ma alla fine, metà di questo film è una specie di intuizione e procede di pari passo coi tuoi gusti.”

Il direttore della fotografia è stato particolarmente ispirato dall’opera dalla fotografa giapponese Rinko Kawauchi, i cui lavori possiedono un carattere irresistibile e una tavolozza veramente bella. “Lei mi ha influenzato molto, ma chiaramente ci sono tante influenze quando tenti di definire un certo tipo di estetica,” dice. “Provi sempre a spiegare a qualcuno quali siano i tuoi gusti e non è mai del tipo ‘Questo fotografo la dice giusta’. E’ sempre una collezione di fonti che lo definiscono".

 

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