#RomaFF12 – Hostiles. Incontro con Scott Cooper, Rosamund Pike e Wes Studi
Si è aperta oggi la Festa del Cinema di Roma con Hostiles di Scott Cooper. Il regista insieme agli interpreti ci parla dell’importanza, oggi più che mai, di comprendere e includere il “diverso”.
La Festa del Cinema di Roma si apre oggi con Hostiles di Scott Cooper. Ambientato nel 1892 il film racconta la storia del capitano Joseph J. Blocker (Christian Bale) a cui viene affidato l’incarico di scortare l’anziano capo Cheyenne Falco Giallo (Wes Studi) e la sua famiglia nella terre native del Montana. Nel lungo viaggio il capitano e la sua scorta incontreranno anche Rosalie (Rosamund Pike) una donna fortemente traumatizzata da un evento terribile. Scott Cooper insiste sul suo desiderio che il film possa aiutare a incentivare l’inclusione e l’accettazione di ciò che viene considerato “diverso”. Questo oggi più che mai, visto che l'”ostilità” è tornata alle porte in quest’era Trump. “La storia del mio film ora è ancora più rivelante di quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura. L’America oggi sta vivendo una spaccatura razziale profondissima, il Paese, tralasciando le coste è molto cambiato dopo le ultime elezioni presidenziali. Io spero davvero che il mio film favorisca il dibattito sulla comprensione e l’inclusione dell’altro. ” Il messaggio è chiaro, ed è quello dell’importanza di aprirsi alla comprensione.
Hostiles è ovviamente un western (molti i richiami ai grandi registi del genere, John Ford in primis) ma Cooper parla di un superamento del genere:”Il genere western non passa mai di moda in America, questo perchè l’America ha sempre avuto bisogno di un nemico, nel caso dei western i nativi americani. La Dtoria ce lo insegna, c’è stato il Re di Inghilterra quando volevamo l’indipendenza, i russi durante la Guerra Fredda, la Corea del Nord ora. Troppi presidenti si sono sentiti dei cowboy per i quali tutto è bianco o nero, ci sono solo i buoni o i cattivi. Ma per quanto mi riguarda il mio film riprende dal western principalmente l’epoca storica e la bellezza dei panorami sconfinati, per il resto quello che fa è proporre un’esperienza di superamento del lutto e della tragedia. È il racconto di un viaggio dal New Mexico al Montana, un viaggio che diventa un percorso dell’anima in cui i personaggi condividono lutti e dolori e arrivano a una conciliazione fra di loro. È ovviamente un film di genere ma va oltre il classico western americano.”
La questione umana si fonde perfettamente con quella politica, entrambi gli aspetti sono fondamentali e paralleli. Durante il viaggio il capitano Blocker, a cui è stato insegnato a odiare il diverso, imparerà a cambiare idea stando a stretto contatto sia con Rosalie che con Falco Giallo. L’attore cherokee racconta la sua esperienza da nativo: “Io vivo negli stati di cui ha parlato Scott, e oggi forse il mondo è diventato più mutevole per quel che riguarda la questione razziale, ma Hostiles è un film storico e al contempo purtroppo, molto attuale. Ho prestato servizio in Vietnam quando ero giovane e penso sempre a quell’esperienza nel mio lavoro. Ci furono momenti in cui gli alleati mi indicavano e mi dicevano che fra me e i vietnamiti non c’era molta differenza, e in fondo è vero. Non troppo tempo prima gli americani inseguivano quelli come me.”
“È orribile vedere l’America tornare indietro” continua Cooper, “prendete la questione di Charlottesville in Virginia. È davvero sconcertante che ci sia tutto quell’antisemitismo in una sede universitaria! Per me e le mie figlie (che nel film interpretano le figlie di Rosalie) è davvero difficile riconciliare gli otto anni di Obama in cui loro sono cresciute, con la realtà attuale. La comprensione e l’ascolto delle altre culture oggi più che mai è fondamentale.”
Rosamund Pike racconta il suo personaggio e pone l’accento sulla parola comprensione. “Appena ho letto la sceneggiatura di Scott l’ho sentita subito molto reale, un racconto di vita vera. Rosalie ha una storia profondissima di perdita e quando incontra John vorrebbe solo morire. Per me era molto interessante lavorare sulla ricerca di un motivo per vivere, che all’inizio è l’odio per chi le ha fatto del male, ma poi diventa la fede, l’empatia, la comprensione. La forza di Rosalie non è quella dei personaggi moderni femminili che sono forti solo quando combattono come gli uomini. Lei è estremamente femminile, osserva e comprende e in questo modo cresce, matura. All’inizio vive nel terrore e nell’ignoranza ma poi con un processo di comprensione naturale, cambia.“