SPECIALE PINOCCHIO – Tra Collodi e la corda emotiva – La partitura di Nicola Piovani per "Pinocchio"

E' una strada impervia fra la musica colta e popolare che il pubblico tende soprattutto ad orecchiare, più che ad ascoltare. Quella di "Pinocchio" è una musica da film dalla polifonia tormentata

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"È l'andamento tumultuoso e imprevedibile del libro. In La vita è bella le musiche della prima parte, felice, tornavano nella seconda come nostalgia: il tema d'amore ascoltato nel lager. Qui la storia gira di continuo, a ogni capitolo s'incontrano un personaggio e un sentimento nuovi. Personaggi che non sono mai soltanto buoni o soltanto cattivi e in compenso sono tutti potenti, quindi richiedono un nuovo tema, altri colori". Con questa dichiarazione d'intenti tratta da "La Repubblica," il compositore Nicola Piovani racconta il suo approccio a Pinocchio. Ma fra i musicisti mainstream del cinema italiano, Piovani viaggia fortunatamente controvento. Persino contro se stesso, soprattutto per quelli che dopo i premi, lo vorrebbero vedere scimmiottare John Williams. Infatti, a dispetto della mega-produzione di 40 milioni di euro, nello schizzare via dal famigerato villaggio globale, lui tende a rinchiudersi nella propria musica senza guardare all'esterno. Basti pensare al tema che il musicista ha riservato al personaggio di Lucignolo.  "E' il più ilare ma anche il più tragico. Vive una vita brevissima e totalmente libera ma crepa come una bestia, sotto le bastonate. Ho usato per tutti gli altri personaggi l'orchestra, solo a Lucignolo ho riservato un trattamento speciale: l'infantile e solitario suono di un organetto, in realtà una fisarmonica, che poi è lo strumento della mia infanzia, il primo che ho imparato a suonare" racconta. Già, la fisarmonica, quasi un marchio di fabbrica nel cinema italiano d'autore, segno che anche Piovani vuole uno strumento che gli appartenga in un'epoca, in cui nessuno strumento appartiene più a nessuno dopo l'era dei campionamenti. E' una strada impervia fra la musica colta e popolare che il pubblico tende soprattutto ad orecchiare, più che ad ascoltare. Quella di Pinocchio è una musica da film dalla polifonia tormentata. Tra i suoni dei fiati suadenti e disperati, Piovani cerca nel suo lavoro più sofisticato, demodè e ambizioso, un nascondiglio più che una mitopoiesi del burattino collodiano. E sull' "erotismo imploso" fra la fata turchina e Pinocchio, l'autore  imbastisce delle melodie irate, disperate e fragili degli ottoni, che seppure supportate da poderose orchestrazioni, possiedono un tocco fra il calcolo millimetrico e l'improvvisazione.

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