Da ormai diversi anni si sente dire che in Italia si producono sempre gli stessi film, perlopiù commedie o film drammatici con gli stessi interpreti, nella medesima città e con lo stesso budget. Per questo motivo non si può che sostenere la scelta ambiziosa di concepire un musical dal grande budget e teoricamente dal respiro internazionale. Tuttavia, tra l’intenzione e la realizzazione c’è un mondo, come tra sogno e realtà. Nicola Abbatangelo ha già dimostrato di saper sognare nel suo cortometraggio precedente dal titolo Beauty, e proprio dal potere dei sogni nasce l’idea del suo nuovo film The Land of Dreams. Ci troviamo nella New York degli anni ’20, la famosa Jazz Age. Eva (Caterina Shulha) è una giovane immigrata italiana che lavora come lavapiatti in un noto locale di Broadway e che ha rinunciato al suo sogno più grande: diventare una cantante di successo. Oggetto del desiderio di Clemente (Edoardo Pesce), un noto malavitoso ora candidato a sindaco, si innamora dell’affascinante pianista Armie (George Bagden), un reduce della Grande Guerra che vive recluso insieme al fratello invalido e che nasconde un potere molto speciale: viaggiare all’interno dei sogni.

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Dopo un antefatto ambientato nella trincea francese della Grande Guerra, scena che porta subito alla mente Orizzonti di gloria, il regista ci catapulta immediatamente in un locale degli ‘anni ruggenti’ animato da un irriconoscibile Stefano Fresi. Ma ben presto ci rendiamo conto che il fulcro della storia è quella timida e impacciata lavapiatti dall’aspetto incantevole e dalla voce fatata. Eva è una Cenerentola dalle umili origini che sogna di essere trasformata nella cantante di successo che ha sempre voluto essere, ma i sogni son solo desideri di felicità nella sua esistenza grigia fatta di sacrifici. Fino a che una sera non capita per caso in un’abitazione misteriosa che ricorda quella della Bella e la Bestia. Qui incontra l’uomo che può trasformare il suo sogno in un’illusione meravigliosa. Armie ha il potere di rendere apparentemente reali i sogni delle persone, ma è un potere che porta con sé grandi responsabilità, il rischio è quello di rimanere intrappolato e di non riuscire più a distinguere la realtà dalla fantasia. In questo modo lo stesso Armie è preda del suo dono, rinchiuso nella sua stessa mente insieme al fratello reso invalido dalla guerra. Come Armie anche il malavitoso Clemente Proietti può realizzare il sogno della giovane protagonista, ma in questo caso tutto è molto più reale e inquietante allo stesso tempo. Eva si trova tra due uomini, due spasimanti, l’uno l’opposto dell’altro, ma dovrà decidere in fretta se seguire la scorciatoia per le tanto agognate luci della ribalta o invece arrendersi al vero amore.

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The Land of Dreams prende spunto dall’illusione dell’American Dream per dare vita alla più classica delle favole hollywoodiane, ma tutto appare così posticcio e artificioso da non consentire mai allo spettatore di immergersi del tutto nella narrazione. Dai costumi alle scenografie e dalle luci alla recitazione, tutto è antirealistico. I protagonisti sono costantemente su un “palcoscenico” ideale e noi spettatori nella platea di un teatro. La sospensione dell’incredulità su cui il regista fonda l’intera costruzione della diegesi non regge neanche per un attimo e di certo non aiuta l’inglese meccanico degli interpreti italiani, i quali nella versione italiana si sono addirittura ridoppiati. Le coreografie funzionano e divertono come un turbinio di colori, gesti e movimenti di macchina, ma il problema risiede soprattutto nella transizione dal parlato al cantato, qui ancora una volta meccanico e assolutamente poco verosimile. Il limite più evidente dell’ambizioso progetto di Abbatangelo è probabilmente la mancata verosimiglianza visiva, complice anche l’uso eccessivo di CGI, ma quello che delude davvero è lo sviluppo narrativo e l’evoluzione dei personaggi. La scrittura di The Land of Dreams ha un approccio sognante e sentimentale, ma manca la coerenza necessaria a confezionare una vicenda davvero coinvolgente. Il racconto ha una struttura esile e prevedibile, i personaggi sono figurine bidimensionali che non hanno alcun tipo di arco di trasformazione se non quello dei propri costumi e acconciature. Dispiace soprattuto per il protagonista maschile e il malavitoso interpretato da Edoardo Pesce, due personaggi che avevano del gran potenziale drammaturgico ma che sono rimasti intrappolati nel proprio bozzetto.

Come già detto in precedenza, l’intenzione è assolutamente apprezzabile, l’esito molto meno. Allo stesso modo di Armie, il protagonista del film, Nicola Abbatangelo ha il potere di sognare, ma il rischio è sempre quello di rimanere imprigionato nella propria stessa illusione. Una vicenda così vecchia e polverosa non basta a trasformare una fantasia in realtà, tuttavia non possiamo che continuare ad aspettare un sogno che si avveri realmente di fronte ai nostri occhi.

Regia: Nicola Abbatangelo
Interpreti: Caterina Shulha, George Blagden, Edoardo Pesce, Paolo Calabresi, Marina Rocco, Carla Signoris, Kevin Guthrie, Stefano Fresi, Ryan Reid, Nathan Amzi
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 110′
Origine: Italia, 2022

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