"The Ring 2" di Hideo Nakata

Nakata deforma i colori della provincia americana, fissa la m.d.p sulla smorfia infernale del malcapitato ragazzo che ha visto la cassetta omicida e trasforma l'ordinarietà degli interni piccolo-borghesi in un set mutante che ci scaraventa senza sosta dentro e fuori la pellicola.

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Scorre molta acqua in The Ring 2, un acqua limacciosa e torbida che attraversa i corpi, che bagna, che decompone il corpo. E' il segno autoriale di Hideo Nakata, chiamato ad Hollywood per girare il remake del suo Ringu 2, ma è anche la traccia inquieta di uno sguardo liquido che corrode superfici e ripiani, trasformando il mondo in un tetro acquitrino. Diciamo subito allora che The Ring 2 ci ha convinto, forse anche più del film precedente diretto da un Verbinski non ancora naufragato nelle acque del bello La maledizione della prima luna. Si tratta allora di un horror assolutamente raffinato e inciso su geometrie precise e composte, un'opera insomma che riprende senza grossi novità il film precedente, ma con uno stile ricco di accensioni e di aperture improvvise. Soprattutto all'inizio Nakata deforma i colori della provincia americana, fissa la m.d.p sulla smorfia infernale del malcapitato ragazzo che ha visto la cassetta omicida e trasforma l'ordinarietà degli interni piccolo-borghesi in un set mutante che ci scaraventa senza sosta dentro e fuori la pellicola, come in un intrigante sogno incrociato. Parliamo di uno spazio vivo, pulsante, un organismo che cambia forma e connotati, disperdendosi nell'acqua, nel fango, su di un precipizio addirittura, per un cinema che gioca su percezioni sbilenche, sfasate, saltellanti da un lato all'altro della realtà.. Nulla di nuovo per Nakata che lavora di fino sulle fisicità precarie dei protagonisti e che costruisce in poco un universo di passaggi e di transiti da uno strato all'altro della materia. Tutto interessante allora, ma tutto irrimediabilmente già visto, già provato in qualche modo, già "sentito". E già perché in fondo quello di Nakata è un horror che negli ultimi anni ha fatto scuola, creando una serie di innumerevoli cloni, molti dei quali non hanno nulla da spartire con l'originale. Ma il punto non è questo. The Ring 2 ci sta pure bene, certo è che in fondo i sensi non ce li sconvolge mai. Si tratta in fondo di un horror sin troppo delineato, preciso, cartesiano quasi nel suo essere perfettamente delimitato dalle pareti dello schermo, incasellato nella riproduzione inesausta di un video di morte che non smette di macinare, rubando vita allo sguardo. E allora la domanda che ci facciamo è questa: c'è "vera vita" nell'horror oggi? Sì, c'è senza dubbio. Al di là di remake e di riproduzioni più o meno fedeli, vi sono alcune saltuarie schegge impazzite che sfuggono alla serialità di uno sguardo in catalessi e che fanno male al cuore.. Ci vengono in mente i notevolissimi squarci mèlo di The Eye 2, i buchi oscuri di The Grudge, le pazzie allucinanti di The Call, e potremmo continuare, ma ci fermiamo. Tutto questo solo per dire che al di là della compostezza narrativa e dell'algida bellezza formale, The Ring 2 non ci dà lungo tutta la sua durata quello che ci restituisce in pochi attimi la più grande follia horror/mèlo dell'anno, The Eye 2. Questione di punti di vista, di occhi…


 


Titolo originale: The Ring Two


Regia: Hideo Nakata


Interpreti: Naomi Watts, Simon Baker, David Dorfman, Emily Vancamp, Elizabeth Perkins, Jesse Burch, Shannon Cochran, Gary Cole


Distribuzione: UIP


Durata: 111'


Orugine: Usa, 2005


 


 

 

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