Un eroe – Incontro con Asghar Farhadi

Oggi a Roma il regista iraniano ha presentato il suo nuovo film, Gran Premio della giuria al 74° Festival di Cannes, in sala dal 3 gennaio.

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“Spesso ci penso al come mai nella nostra società c’è la necessità di creare degli eroi. Quando una persona commette un azione ammirevole viene elevata ad una figura di riferimento, appunto eroica. Un concetto che da tempo mi crea interrogativi”.

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È stato presentato oggi a Roma, Un eroe il nuovo film di Asghar Farhad (Una separazione, Il cliente), vincitore del premio Gran Premio della Giuria al 74° Festival di Cannes. Sulla scelta di far interpretare il personaggio di Nazanin alla propria figlia, Sarina Fahradi: “Non necessariamente doveva essere mia figlia ad interpretarlo. Nonostante sia un ruolo breve è importante per la storia. Era l’attrice giusta perchè è sempre stata vicino a me nel corso della scrittura della sceneggiatura e aveva la consapevolezza dell’ importanza di questo personaggio. Lei neanche sapeva e voleva interpretarlo, ma poi le ho fatto cambiare idea spiegandole il potenziale narrativo“. Ovviamente c’era curiosità riguardo agli attori e le attrici, e il regista iraniano ha ammesso che tanti di loro erano alla loro prima esperienza: “Il personaggio principale, Rahim, è un attore che ha fatto diversi film. La maggior parte di loro però viene dal mondo del teatro, mentre alcuni erano alla loro prima esperienza“. Sulle ispirazioni che lo hanno influenzato per la realizzazione del film e sulla scelta di ambientare la storia a Teheran: “Non ci sono stati dei titoli che mi hanno influenzato per la realizzazione del film. Forse non me ne sono reso neanche conto di averne citato qualcuno. Il motivo per cui ho scelto questa città per girare Un eroe è che la storia ha come protagonista gente umile, ordinaria, che si trova di fronte ad una situazione straordinaria e si unisce per risolverla. Nelle grandi città come Teheran queste cose non succedono più, la vita è talmente frenetica che neanche i vicini di casa si conoscono tra di loro. Ecco perchè questa storia con questa città assume un altro tipo di rilevanza. Il popolo iraniano è molto unito nelle battaglie, sia in quelle  collettive che in quelle individuali”.

Un eroe ha il suo fulcro tematico nella potenza della comunicazione mediatica, e su come riesce a strumentalizzare la vita anche dell’uomo più comune: “Questo tipo di trasmissioni, dove i sentimenti delle persone vengono messi in mostra per creare empatia con gli spettatori, in Iran purtroppo stanno sempre prendendo più piede. Infatti la scena del video del bambino che deve suscitare compassione fa riferimento a questo tipo di concetto e programmazione”. Oltre raccontare il nuovo film, Farhadi ha parlato anche delle polemiche per essersi rifiutato di far candidare Un eroe ai prossimi Oscar: “Tutto quello che penso riguardo questa situazione è presente nella lettera aperta che ho scritto e pubblicato sul mio profilo Instagram. C’è la mia reazione nei confronti delle persone che mi hanno accusato e accusano di essere schierato per una certa “parte”. Non ho mai risposto, ma questa volta ho scelto di farlo per chiarire. Ho solo chiesto che se devono candidare il mio film agli Oscar sono liberi di non farlo se devono farmela pesare.” Poi il discorso è proseguito, soprattutto per l’accostamento alle vicissitudini legati alla censura dei grandi colleghi del cinema iraniano: “Prendo le distanze da chi mi accusa di essere vicino al Governo. Queste accuse vengono mosse da chi è convinto che io faccia parte della censura e chi dalla parte opposta. Sostengono che io faccia parte al 100% di una fazione ma non è così. Non è nemmeno la prima volta che succede. 

Un eroe uscirà nelle sale italiane il prossimo 3 gennaio distribuito da Lucky Red.

Ecco il link della lettera scritta e postata da Asghar Farhadi:

https://www.instagram.com/p/CWVQdcJv_JK/?utm_medium=copy_link

 

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