Giunta alla 4a edizione, la sezione veneziana “Giornate degli autori – Venice Days” si presenta anche quest’anno come un’alternativa valida e qualitativamente stimolante al concorso e a tutte le altre aree facenti parte di Venezia 64.

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Nata nel 2004 sul modello della Quinzaine des Rèalizateurs e diretta per il secondo anno consecutivo da Fabio Ferzetti, le “Giornate degli Autori” anche quest’anno puntano su una selezione eterogenea e ambiziosa, aumentando il numero delle proposte rispetto alla scorsa edizione (dalle 13 pellicole nel 2006, passiamo quest’anno a 16 titoli, tra cui 3 documentari.) E ribadisce ancora una volta la peculiare caratteristica di non privilegiare un concorso interno, bensì di promuovere pellicole provenienti da tutto il mondo con lo scopo primario di dare visibilità all’arte cinematografica, evitando ogni finalità competitiva.

Rispetto allo scorso anno anche i film italiani proposti aumentano di numero con tre pellicole inedite. Evento di sicura presa mediatica immaginiamo sarà sicuramente la presentazione del nuovo film di Sabina Guzzanti Le ragioni dell’aragosta, che dopo le polemiche scatenate da Viva Zapatero! si cimenta stavolta con una divertente riflessione sullo spettacolo e il sempre più labile confine tra realtà e fiction. Valzer di Salvatore Maira si presenta come una vera e propria sfida inconsueta per il nostro cinema: un unico piano sequenza al servizio di una storia tra passato e presente, ambientata negli ambienti di un grande Hotel torinese. Il terzo titolo è, invece, un ritorno molto atteso e gradito. Gianni Zanasi, regista di film sinceri e sottovalutati come Nella mischia e A domani, dirige Valerio Mastandrea in Non pensarci, storia di un chitarrista rock fallito che torna nella natìa Rimini dopo molti anni di assenza, per riassaporare con malinconia e disillusione quella vita in famiglia che in passato aveva tanto ripudiato.

Tra gli altri film presenti, molte attese si riversano sul russo Cargo 200 di Alexey Balabanov e sull’indipendente americano Superheroes (titolo provvisorio) di Ed Radtke; mentre tocca alla Francia recitare anche stavolta il ruolo del paese europeo cinematograficamente più prolifico con ben quattro titoli.

Da non sottovalutare anche l’attenzione che Ferzetti e i suoi collaboratori hanno manifestato nei confronti del documentario, inserendo tre opere su altrettante personalità artististiche. Tre ritratti dedicati nell’ordine a Luciano Bianciardi (scrittore anarchico morto nel 1971), Carlo Lizzani, e il nano senza braccia Josè Flores, caratterista messicano nei film di Jodorowsky.

Ricordiamo infine gli incontri collaterali che tra il 30 agosto e l’8 settembre si svolgeranno alla ‘Villa degli autori’, in cui oltre a incontrare i registi dei film presentati, si avrà la possibilità di assistere a dibattiti concernenti la crisi distributiva del cinema nostrano e la sempre più urgente problematica del “diritto d’autore”, una nuova legge sul cinema italiano – che da anni gli addetti ai lavori sembrano aspettare invano – e il progetto denominato CENTO FILM, incentrato alla salvaguardia e al restauro di 100 grandi film del cinema italiano.

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