#Venezia72 – Il trauma di Auschwitz raccontato da Atom Egoyan
Atom Egoyan e Christopher Plummer – collegato via skype – raccontano Remember, thriller sulla rimozione dell’Olocausto selezionato per il concorso
Inizia con un piccolo colpo di scena la conferenza stampa di Remember, il film di Atom Egoyan presentato in concorso questa mattina: il collegamento Skype con il protagonista Christopher Plummer. L’attore inglese interpreta un anziano ebreo di nome Zev, affetto da demenza senile e scampato all’Olocausto che un giorno, dopo la morte della moglie, decide di vendicarsi mettendosi alla caccia di un nazista naturalizzato americano. “Non è stato facile interpretare questo personaggio. Ho provato a recitare nel modo più semplice possibile. Zev è un uomo molto comune, semplice, colto e intelligente ma conserva dentro di sé un mistero profondo”. Quando un giornalista gli chiede del colpo di scena finale, che ribalta la visione della storia e del personaggio, suggerendo se non sarebbe stato meglio per lui interpretare il ruolo senza leggere le ultime pagine della sceneggiatura, Plummer risponde: “Conoscere il colpo di scena non mi ha condizionato e credo che non avrei comunque cambiato il mio modo di recitare”.
“È una fiaba contemporanea che si apre a molte interpretazioni”. Atom Egoyan dal canto suo definisce così il suo film sottolineando come Remember sia ambientato ai giorni nostri e che i protagonisti sono ultraottantenni: “Questo probabilmente sarà l’ultimo film in cui potremmo raccontare l’Olocausto utilizzando personaggi di finzione credibili e plausibilmente ancora vivi. La cosa per me più importante è che i giovani vedano questo film e non dimentichino quello che è successo”.
Il regista canadese Atom Egoyan si sofferma invece sul tema del film: “Noi guardiamo un uomo che soffre perché affetto da demenza senile, quando scopriamo in seguito che il suo è in realtà un trauma che riguarda la rimozione di Auschwitz. È un personaggio senza memoria che vive solo al presente e quindi sembra sempre in pericolo, per questo il film procede come fosse un thriller, seguendo un filo di tensione costante”.
L’argomento della memoria e del genocidio era già stato affrontato in Ararat, ma il regista e il produttore Robert Lantos sottolineano come si tratti di due opere molto diverse nella struttura narrativa. “Questo è un film più semplice rispetto ad Ararat – dice Egoyan – molto lineare con una storia diretta e personaggi molto forti, non segue piani narrativi differenti come nel mio film sul genocidio armeno”.