#Venezia73 – I called him Morgan, di Kasper Collin

Fuori Concorso lo straordinario racconto a tempo di hard bop di un’ascesa musicale e umana, di un amore profondo e sincero, e di un omicidio tra i più leggendari della bibbia del jazz

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Uno dei momenti più esaltanti dell’arte del Novecento è quel meraviglioso periodo di transizione in cui le formazioni jazz che hanno dato vita all’insuperata esperienza dell’hard bop iniziano a integrare le suggestioni della musica colta e dei compositori contemporanei, portando alle stampe una sorta di proto-free jazz che non è ancora puro assalto supersonico ma mantiene quel sound così irripetibile dei quintetti e dei quartetti che flirtano con i giri blues e con i groove funky. Una fase proseguita poi in realtà “parallelamente” fino all’approdo delle strumentazioni elettriche nel mondo del jazz. Provate ad ascoltare i live del secondo quintetto di Miles subito prima di pubblicare Bitches Brew (venuti fuori pochi anni fa), o per l’appunto alcune vette del collega trombettista Lee Morgan come lo squisito Search for the new land (1964), che non a caso spartisce parte della formazione con la squadra davisiana.

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Ecco, Kasper Collin per il suo documentario sembra voler seguire lo stesso percorso attraversato dall’hard bop, che dal fratello maggiore e primordiale be bop recuperava l’antipatia per le big band e il ricorso ad assetti decisamente più minimali ma dai risultati esponenzialmente più abrasivi: e così, a differenza di molti lavori biografici musicali recenti, il parco degli intervistati è altamente selezionato e ristretto a una manciata di compari di Morgan dell’epoca (con piacere ritroviamo Wayne Shorter sempre lucidissima memoria vivente di un intero patrimonio universale), e il repertorio mostra una bella e attenta quantità di emozionanti chicche d’archivio tra esibizioni live e intimità rubate dei protagonisti di una delle vicende più leggendarie della bibbia del jazz.
I called him Morgan è insieme il racconto della carriera di un musicista brillante,

lee-morgan-search-for-new-land-cover dagli inizi nell’orchestra di Dizzy Gillespie fino ai successi da bandleader (Sidewinder è uno dei best seller più celebrati del catalogo Blue Note, subito amato all’uscita anche dal pubblico dei bianchi per il caratteristico lirismo della tromba e dei temi di Morgan), la storia di un amore che supera gli spettri di droga e povertà, quello con la moglie Helen, e soprattutto la ricostruzione di un omicidio: Lee Morgan viene ucciso da un colpo di pistola sparato proprio dall’amata Helen, che lo sorprende a tradirlo con una fan una volta di troppo, ai tavoli del club Slug’s di New York. E’ il 19 febbraio 1972, in radio Miles suona oramai completamente elettrificato e danzereccio, presto Ornette gli farà eco.

Incorniciato da straordinarie riprese di cospicue nevicate notturne che si poggiano sui palazzoni dell’East Village, teatro di tutta questa storia americana, il lavoro di Collin svela il tesoro inestimabile di un’intervista a cuore aperto concessa da Helen Morgan nel 1996, un mese prima di morire, al suo insegnante di storia della scuola serale per adulti, un appassionato che non si fa sfuggire due volte la possibilità di farsi raccontare in esclusiva dalla donna e di registrare su nastro la sua versione dei fatti. E Helen si confessa senza remore, con un candore difficilmente confutabile.
Piano piano, questa donna che raccolse Lee Morgan dall’abisso della dipendenza e lo riportò sulla strada del successo commerciale e artistico, diventandone in sostanza l’agente e la procacciatrice di date dal vivo, si trasforma nella reale protagonista del racconto di Collin: quel tipo di personaggio femminile cantato dalle note di questa musica, in qualche modo sembra aver preso vita dallo spartito e aver pareggiato i conti con il trombettista.
Sarà per questo che, dopo i pochi anni di condanna passati in libertà vigilata, la comunità dei musicisti ben presto riaccoglie la donna con l’abbraccio del perdono, abituati come tutti i veri jazzisti ad aver a che fare quotidianamente con concetti come la colpa, la condanna e la redenzione.

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