"L'Esorcista: la genesi", di Renny Harlin

Farraginoso film impastato di terra, sabbia e sangue in cui il cinema tenta di esorcizzare la sua morte, rigenerando il progetto di Frankenheimer e affidandosi allo specialista action Harlin, che illumina i suoi orrori e i suoi incubi con la sempre smagliante e corposa luce storariana. Ma Friedkin e Boorman viaggiano ad altezze troppo vertiginose…

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Il prequel è un'operazione compiuta (in entrambi i sensi) piuttosto raramente al cinema. Sarà forse anche per questa "mancanza di allenamento" che l'ultimo film di uno stimato regista hollywoodiano, Renny Harlin, non funziona veramente. Perdente rispetto al grandioso primo capitolo della serie magistralmente diviso da Friedkin in due tronconi magicamente indipendenti eppur innestati uno nell'altro nonostante la matericità (una scientifica, l'altra religiosa) completamente opposta e rispetto alla stupefacente visionarietà metafisica e mitologica di Boorman che proseguì ad esplorare lo snodo del suo cinema (il rapporto tra l'uomo e la natura selvaggia, in quel caso soprannaturale o religiosa a seconda della teolologia personale) . Farraginoso film impastato di terra, sabbia e sangue in cui il cinema tenta di esorcizzare la sua morte rigenerando il progetto di Frankenheimer affidandosi al professional e specialista action Harlin, che illumina i suoi orrori e i suoi incubi con la sempre smagliante e corposa luce storariana. Ma Friedkin e Boorman, appunto, viaggiano ad altezze troppo vertiginose… Ambientato in Turkana, remota regione del Kenya e collocato dopo la Seconda Guerra Mondiale, si risolve in un immaginifico biopic di Padre Merrin, qui interpretato dal raffinato talento di Stellan Skarsgård (Le onde del destino, Dogville, King Arthur), che sostituisce degnamente il comunque inarrivabile smalto del bergmaniano Max von Sydow. Il prete esorcista ha abbandonato la via delle fede e si è dedicato esclusivamente a quella archeologica, ma è perseguitato dai terribili flashback sulle violenze naziste contro alcune sue innocenti "pecorelle". E nel disperato tentativo di sfuggire all'orrore e ai rimorsi di quei ricordi finisce tra le braccia di Lucifero, incaricato da un collezionista di recuperare un'antica reliquia in una chiesa cristiana bizantina, riportata inquietantemente alla luce come se fosse rimasta sepolta il giorno stesso della costruzione. Harlin svela squarci visionari di buona fattura shocking (i cimiteriali e apocalittici carrelli che aprono e chiudono il film, il bambino sbranato dalle iene) anche se sembra temere saggiamente il confronto con gli effetti speciali friedkiniani profusi dal geniale Rick Baker per la possessione e si rifugia in un effettismo semplicemente al passo con le tecnologie odierne ma non in grado di generare potenti soprassalti e sudori freddi. I sudori sono, anzi, anche troppo caldi per come viene sfruttata insistentemente l'ambientazione desertica e per come è tratteggiato dalla sceneggiatura il protagonista, poco indovinato Indiana Jones senza frusta ma con sproporzionato coraggio da vendere. Anche per un ex-esorcista. 

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Titolo originale: Exorcist: the beginning                             
Regia: Renny Harlin
Interpreti: Stellan Skarsgård, James D'Arcy, Izabella Scorupco, Remy Sweeney, Julian Wadham, Andrew French
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 114
Origine: Usa, 2003

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