I Mille e uno coniugi Smith: "Mr and Mrs Smith", di Doug Liman

Quello di Liman è un film ludico, sì, ma non libero, senza quell'atmosfera che rendeva la sequenza finale di “Ocean Eleven” un esempio di fuoriuscita dal film, di flagranza del set.

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Mai come questa volta si può iniziare dal titolo: il signore e la signora Smith sono già esistiti sullo schermo, sotto le spoglie di Carole Lombard e Robert Montgomery nell'omonimo film di Hitchcock del '41; ma hanno avuto anche un'altra possibilità di riapparire (questa volta in una serie tv della CBS) nel 1996, interpretati da Scott Bakula e Maria Bello. Prodotti diversi, non stiamo parlando di remake, ma di un'ostinata permanenza del titolo (o dei nomi che compongono il titolo, questi cognomi così anonimi come "Smith", il simbolo stesso dell'anonimato anglosassone), che è già indice di una volontà precisa, di un'intenzione elaborata sin dalla fase della sceneggiatura prima ancora che dalla regia.

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In Mr and Mrs Smith di Hitchcock (una commedia del rimatrimonio secondo Stanley Cavell), il maestro inglese abbandona il meccanismo del suspense – o, meglio, lo volge all'interno della commedia – per rendere omaggio a Carole Lombard, costruendo un film intorno al suo corpo divistico straordinario. Alcuni decenni dopo Mr & Mrs smith sono una coppia di agenti segreti che si fingono marito e moglie quando sono in missione, mescolando la finzione del matrimonio con la fiction di una spy story seriale. Ma in questo film di Doug Liman – giovane produttore di successo e regista tra l'altro di The Bourne Identity -, che da Hitchcock riprende lo spunto del matrimonio un po' noioso che viene messo in crisi e poi rilegittimato, mentre dal serial CBS riprende la cornice avventurosa, emerge una struttura sospesa tra commedia e spy story, action movie e serialità, ironia e disincanto, elementi che sono già tutti nel piatto prima ancora che Liman (che in fondo rimane più un produttore che un regista) inizi a girare il film. Gli ingredienti che compongono Mr & Mrs Smith infatti sono stati già visti e dispiegati più volte dal cinema, secondo una ricetta di tendenza, in un certo senso, tesa a fondere insieme – in un meccanismo predisposto a priori – tanti piccoli deja vu del cinema. Liman si limita a citarli, rimetterli in gioco all'interno di una superficie liscia e translucida come quella del suo film.

Ci si può divertire (o annoiare) a contare le citazioni (esplicite ed esasperatamente visibili), da quelle cinematografiche –  tanto per ricordarne solo una: Angelina Jolie che fa free climbing su una parete di roccia mentre la regia le si avvicina con una ripresa aerea identica a MI2 di John Woo- a quelle videoludiche (ad esempio i movimenti in soggettiva di Brad Pitt che alludono alle soggettive dei videogames "sparatutto").


Un film ludico sì, ma non libero, senza quell'atmosfera che rendeva la sequenza finale di Ocean Eleven di Soderberg un esempio di fuoriuscita dal film, di flagranza del set. Un "new action made in Hollywood" forse, ma in fondo statico, senza quella leggerezza che accompagna(va) la fluttuazione dei corpi in John Woo o la loro evanescenza. Al contrario, Pitt e Jolie rimangono sempre al centro dell'inquadratura, permangono statici come le icone divistiche che si sforzano di rappresentare. Tutto si è sterilizzato nel film, a partire dal cinema stesso, ridotto qui a puro ed automatico meccanismo di assemblaggio che, come il film di Hitchcock era costruito a partire da Carole Lombard, qui è messo insieme intorno a Pitt/Jolie, ma con meno inventiva e spirito di sperimentazione ironica.


L'ironia infatti, che potenzialmente è uno straordinario strumento di modificazione e stravolgimento delle forme, qui è semplicemente (come è d'uso ormai da un po' di tempo nel cinema hollywoodiano) la patina che giustifica il melange degli stili, la sovrapposizione delle citazioni, il gioco inteso come dispiegamento di una struttura apparentemente libera e disincantata, ma in realtà soffocante e soffocata. La struttura copre ormai tutto, anche ciò che poteva essere cinema, in un film che non ha più né spazio né tempo, ma solo clichè.

Titolo originale: id.


Regia: Doug Liman


Interpreti: Brad Pitt, Angelina Jolie, Greg Ellis, Adam Brody, Vince Vaughn, Theresa Barrera


Distribuzione: 01 Distribution


Durata: 115'


Origine: Usa, 2005

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