Il piccolo Nicolas e i suoi genitori

di Laurent Tirard


 

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il piccolo nicolas e i suoi genitoriLe petit Nicolas

 

Interpreti: Valérie Lemercier, Kad Merad, Sandrine Kiberlain, François-Xavier Demaison, Michel Duchaussoy, Daniel Prévost, Michel Galabru, Anémone, Maxime Godart

Origine: Francia, 2009

Distribuzione: BIM Distribuzione

Durata: 90’

Nicolas (Maxime Godart) ha otto anni, e vive con un papà (Kad Merad – Giù al nord, Les Choristes – I ragazzi del coro, Pistole nude, Bloody Christmas, La Grande Vie!) che sogna una promozione al lavoro, e una mamma (Valérie Lemercier – Un po’ per caso, un po’ per desiderio, I visitatori, Sabrina, Milou a maggio, L’Opération Corned-Beef) che vuole emanciparsi dalla condizione di casalinga. Sia a scuola che in famiglia Nicolas si sente benvoluto e coccolato; così, quando crede di aspettare un fratellino, teme che la novità possa distogliere da sé l’attenzione dei genitori, ed escogita con i suoi amichetti vari sistemi per liberarsi del bebé.

 

Il film di Laurent Tirard (Le avventure galanti del giovane Molière; sceneggiatura di Prête-moi ta main e Finché nozze non ci separino) è un adattamento di uno dei più importanti classici francesi per l’infanzia, scaturito dalla creatività letteraria di René Goscinny (l’ideatore di Asterix) e dalla fantasia illustrativa di Jean-Jacques Sempé. Tale sodalizio artistico nacque negli anni cinquanta, quando Sempé – che aveva già ideato il personaggio del piccolo Nicolas – venne incaricato dal direttore della rivista di realizzare non più vignette, ma strisce umoristiche. Sempé non si sentì all’altezza e si rivolse a Goscinny, che aveva conosciuto da poco e di cui subiva fortemente il fascino: René infatti arrivava da New York, aveva sei anni più di lui, scriveva racconti e sceneggiature di fumetti. Diventarono presto amici; condividevano la passione per la cultura e, curiosamente, soffrivano entrambi di una lieve balbuzie. Presto quelle strisce umoristiche si trasformarono in racconti illustrati; oggi “le petit Nicolas” è diventato un’icona, che riporta all’infanzia molti francesi, rappresentando il corrispettivo del nostro Gian Burrasca.

Tirard è stato contattato dai produttori Marc Missonnier e Olivier Delbosc (Cinque per due – Frammenti di vita amorosa, Il tempo che resta, Le avventure galanti del giovane Molière, Il bambino di Kabul), i quali pensavano fosse il regista più adatto. Per Tirard, cui è stato affidato anche il prossimo film su Asterix, rappresentava un progetto irrinunciabile: cresciuto con le storie de Il piccolo Nicolas, è riuscito immediatamente a visualizzare come sarebbe stato il suo adattamento cinematografico. Quando Anne Goscinny, la figlia di René, è stata invitata ad assistere alla prima riunione di tutti i bambini selezionati, con i loro grembiuli da scolari, ha avuto l’impressione che i personaggi fossero usciti dai racconti del padre per divenire reali.

Chiaramente si è dovuta operare una scelta sul vastissimo materiale a disposizione: il regista e gli altri autori del film hanno così sezionato tutta l’opera incentrata sul piccolo Nicolas, racconto per racconto, eliminando moltissime situazioni e ideando ex novo una trama che potesse riunire le fila e conferire un’idea di unitarietà al prodotto finale. Il personaggio della madre, più di altri, poneva delle difficoltà, in quanto appariva un po’ troppo prevedibile; Tirard un giorno ha chiesto al co-sceneggiatore Grégoire Vigneron (Le avventure galanti del giovane Molière, Prête-moi ta main, Mensonges et trahisons et plus si affinités…) di immaginare che venisse interpretato da Valérie Lemercier, e ciò è servito a dar vita al personaggio.

Si è deciso di collocare la storia intorno al 1958, data della creazione di Mio zio di Jacques Tati, un punto di riferimento del film; ma, come lo stesso regista dichiara, ne Il piccolo Nicolas e i suoi genitori viene rappresentata più che altro una società «ideale», atemporale, in cui «non si parla mai di disoccupazione e di criminalità», in cui i genitori non litigano e ogni cosa torna al suo posto. Questo perché «non siamo sul piano della realtà, né di quella degli anni cinquanta né di quella di oggi. Siamo sul piano della fiaba».

Per quanto riguarda la selezione del cast infantile, il regista ha scartato i bambini con passate esperienze recitative, che potevano averne compromesso la freschezza e la spontaneità: Maxime Godart, determinato a fare l’attore e fisicamente molto simile al piccolo Nicolas, sembrava perfetto. Quando chiedono a Tirard come sia stato girare con bambini, egli risponde goliardiacamente: «Basta immaginare di essere un padre single che deve gestire otto figli il giorno della partenza per le vacanze».

(C.A.)

 

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