Harrison Ford, il ritorno del cacciatore di androidi

Per Harrison Ford il terzo millennio è il ritorno alle origine. Soprattutto con la scelta di partecipare al terzo capitolo della saga stalloniana The Expandables.  Dopo una lunga e onorata carriera, Ford torna là dove aveva iniziato. Da Guerre stellari, Indiana Jones e Blade Runner. Visioni memorabili per qualsiasi spettatore.

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Harrison Ford, classe 1942, ritorna sugli schermi nostrani nei panni del Colonnello Hyrum nel fantascientifico Il gioco di EnderEnder's Game diretto da  Gavin Hood (Tsotsi, X Men, Wolverine), uscito il 30 ottobre in Italia. Il film è tratto dal romanzo di Orson Scott Card, un bestseller tradotto in 29 lingue. Ma questa sarà una altra storia. Infatti, personalmente aspetto Mr. Ford immerso per la prima volta nel mondo duro e puro degli eroi stalloniani sopravissuti alle macerie del destino guidati dal granitico Barney Ross nel terzo capitolo de I mercenari 3 -The Expendables. Perché l'attore, fattosi conoscere nel 1973 nel ruolo di Bob Falfa in American Graffiti, pur senza saperlo torna a riunirsi con un gruppo di (vecchi?) colleghi che con i loro personaggi hanno segnato in maniera indelebile il cinema americano dalla fine degli anni '70 a metà '80. Un periodo di controrivoluzione culturale, della destra di Reagan e dell'arrampicata spasmodica al potere del denaro. Della legge da far rispettare in un società che perdeva brandelli di virilità per strada. I film e i personaggi interpretati da Stallone, Gibson, Lundgren, Schwarzenegger (tutti presenti ne I mercenari 3), ma come non metterci chi come Bruce Willis e Chuck Norris era nel secondo capitolo, creano quel mosaico dell'immaginario indiscutibile per chi ha tra i 30 e i 40 anni. Rocky, Rambo, Arma Letale, Conan e Terminator, Die Hard, Delta Force. Ma sarebbe troppo lungo l'elenco di pellicole. Ecco, dopo una lunga e onorata carriera,  Harrison Ford torna là dove aveva iniziato. Anche perché è l'unico che ha inanellando tre film che rimangono successi mondiali di quell'epoca così lontana, ma in fondo così vicina anche a più di trent'anni di distanza: Guerre stellari, Indiana Jones e Blade Runner

 

 

Han Solo in Guerre stellari (1977). Altri quattro anni e Ford sarà  Indiana Jones nel primo I predatori dell'arca perduta (1981). Poi nel 1982 arriva Blade Runner. La carriera del  'carpentiere delle star' è decollata. Quel sopranome gli era stato affibbiato quando nei primi anni '70, quando Ford cercava di farsi largo ad Hollywood e aveva collaborato come falegname alla costruzione dello studio di registrazione per il compositore brasiliano Sergio Mendes e lavorato sul palco per i concerti dei Doors. La storia dell'attore falegname che diventa uno dei divi più popolari degli anni '80 condisce il fascino di Harrison Ford. Elegante, sornione e scostante. La saggistica vuole che George Lucas gli abbia dato la possibilità di fare un provino perché Ford riparava una porta nello studio dove il regista di Guerre stellari stava scegliendo il cast per il kolossal che avrebbe trasformato il cinema di fantascienza. Erano in lizza Nick Nolte, Kurt Russell e Christopher Walken, ma Lucas decise che Han Solo sarebbe stato Ford. Poi uno dice il destino.

 

Nel 1983  Ford sposa la sceneggiatrice di ET, Melissa Mathison. E' l'anno del capolavoro di Ridley Scott  Blade Runner. Il cacciatore di androidi Rick Deckard è forse uno dei personaggi più cupi e malinconici interpretati da Ford. Abituato fino a quel momento ad eroi guasconi e anarchici nel modo di affrontare ogni tipo di avversità. La gabbia che Scott utilizza per chiudere la poliedricità del quarant'enne attoreè la chiave che lo trasfigura in un anima disperata in un universo di dolore e reclusione. Tirandone fuori il laro oscuro e aprendo per l'attore una serie di ruoli drammatici. E' il genio di Peter Weir ad intuire questa possibilità. Prima con il thriller  The Witnessil Testimone, che gli varrà una candidatura all'Oscar e poi è il protagonista di Mosquito Coast. Il film che Ford considerà, almeno a sentire le sue interviste, il più rappresentativo della sua carriera. Il volto di Harrison Ford diventa nelle mani di Roman Polanski in Frantic è la disperazione su cui costruire la sua macchina infernale.

 

Con Il fuggitivo e i due capitoli della saga dell'agente Jack Ryan, Giochi di potere e Sotto il segno del pericolo, tratti dai romanzi di Tom Clancy, Ford torna in sella all'action movie. Dopo alcune pause: Sabrina, Le verità nascoste, Sei gioni sette notti, K-19.  Il divorzio da Melissa Mathison nel 2004 gli costa 90 milioni di dollari, e un posto nella classifica delle separazioni più care tra le star di Hollywood. Soprattutto per Ford è la costatazione che è sempre più difficile mantenere la propria vita privata fuori campo. Sposa Calista Flockhart, l'attrice di Ally McBeal. Come John Travolta ha una passione per il volo, ma agli aerei preferisce gli elicotteri. Sostiene da diversi anni alcune associazioni che si battono per la conservazione delle foreste e dei parchi nazionali in tutto il mondo. Superata la boa dei 71 anni Mr Ford ha in cantiere altre sfide. In fondo, per uno che ha iniziato a 35 anni, e con 'solo' 70 film sulle spalle, il tempo promette di essere generoso e regalarci qualche incredibile avventura vissuta con quel sorriso  sfacciato e il dito puntato. Pronto a salvare l'universo o qualche vecchio tesoro. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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