CINEMAFRICA – "Teza" di Haile Gerima anche in DVD
Uscito il 27 marzo nelle sale, dal 1° dicembre l’ultimo capolavoro di Haile Gerima è disponibile finalmente anche in homevideo, ancora una volta grazie a Ripley’s Film, coraggiosa etichetta di frontiera che lo edita in anteprima mondiale.
A cura di www.cinemafrica.org
di Leonardo De Franceschi
Premiato in tutti i continenti, Teza (id., 2008) racconta la parabola, personale e generazionale al contempo, di un biologo etiope, Anberber, che si forma in Germania, coltivando il progetto di contribuire, con il proprio sapere, alla rinascita spirituale e politica del paese, dopo la deposizione di Haile Selassié. Ma quello che trova in Etiopia, quando torna alla metà degli anni ’70 e agli inizi dei ’90, è un paese lacerato, schiacciato da millenni di feudalesimo, in cui le élite continuano a combattersi usando ragazzi e contadini come carne da cannone. Eppure, è con questa realtà che Anberber dovrà imparare a fare i conti, e con la propria debolezza, che è quella di chi sa comunque che verrà una generazione in grado di assumersi le proprie responsabilità. E che forse è già nata, e in marcia.
Scritto, prodotto, girato e montato dall’etiope-americano Gerima, Teza rappresenta probabilmente il vertice massimo della sua parabola espressiva, ed ha il fascino inconfondibile dei film-laboratorio – dei film che, cioè, si presentano come saggi di un’idea di cinema e di un metodo di lavoro unici e riconoscibili – senza rinunciare in nulla alla forza espressiva e all’efficacia comunicativa. In questo senso, fondamentale, dopo la distribuzione in sala, sarà, per chi l’avesse visto in italiano, riscoprirlo nella versione originale: Teza deve la sua energia emozionale anche a un impasto linguistico frammisto di amarico, tedesco e inglese che, unitamente alle musiche, scelte con la consueta, meticolosa attenzione da Gerima, compone una partitura armonica magica e sofisticata.
L’intervista compresa nell’edizione RHV, curata da Giancarlo Mancini e lunga circa venti minuti, ci permette una volta di più di entrare nell’officina di Gerima, scoprendo quelle che sono le motivazioni personali all’origine del progetto, la sua lettura impietosa di quelle che sono state le colpe di un’intera generazione cui appartiene («L’élite degli anni ’70 non contemplava il cambiamento al suo interno. Molti leader etiopi e africani non hanno mai affrontato una metamorfosi personale. Erano convinti di conoscere la verità e volevano cambiare il mondo. Per me, è stato questo a creare il caos»), le sfumature poetiche complesse del titolo, ma anche di cogliere il senso della sua pratica – anti-dogmatica, maieutica, orizzontale – di insegnamento, un’esperienza che gli permette di condividere la sua esperienza di filmmaker totale, facendo i conti con i propri fantasmi. «Chi trarrà beneficio dalla mia passione?»: si chiede infatti ancora un’Haile/Anberber che non ha mai smesso di mettersi in discussione, né ha rinunciato a vivere con un piede in Africa e uno in Occidente.
Articolo a cura di www.cinemafrica.org
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