Odio l’estate, di Massimo Venier

Aldo, Giovanni e Giacomo trovano un intelligente aggiornamento della comicità dei loro primi film senza le facilonerie delle sortite più recenti. Musiche di Brunori Sas

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Ad un certo punto, con la replica proprio di quella scena , Odio l’estate di Massimo Venier sembra chiedere allo spettatore di alzarsi in piedi e tributare un giusto applauso alla carriera di Aldo, Giovanni e Giacomo. Non si tratta infatti di un aggiornamento al 2020 e con famiglia al seguito della partita di calcio sulla spiaggia più famosa del cinema italiano degli ultimi 20 anni quanto della salutare dimostrazione della sedimentazione comica del trio nel nostro immaginario popolare: mentre noi ci siamo incattiviti loro sono rimasti sempre gli stessi. Almeno, ci piace crederlo. Dopo una serie di opere poco apprezzate dalla critica e con un pubblico sempre meno folto, il ritorno alla regia di Massimo Venier, autore dei loro primi film, e ad una storia che accantona irrealistiche ambientazioni è la chiave adatta per la ricerca del successo del trio al botteghino. Odio l’estate riesce sempre a far ridere due volte: la prima per le battute in sé, mai così divertenti negli ultimi anni, e la seconda per la nostalgia evocata da certi tic di Aldo (ad un certo punto, spoiler non tanto spoiler, mulinerà le braccia davanti la faccia dicendo che NO, NON CI POSSO CREDERE!), dalla pignoleria di Giovanni e dall’arroganza lumbard di Giacomo.

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Se i tre comici riportano in vita i caratteri che li hanno reso famosi al cinema ciò che cambia è il contesto, aggiornato sagacemente a questo 2020. Innanzitutto non più una sola presenza femminile ma tre mogli, specchio coniugale con le quali fare i conti (Lucia Mascino) o semplicemente condividere una sessualità sfrenata nonostante le apparenze non proprio da femme fatale (Maria Di Biase). E poi i figli adolescenti, alle prese con i loro amori estivi. Non tutto funziona in questo allargamento familiare che vede sulla scena fin troppi personaggi ma è un limite di scrittura a cui la sceneggiatura dello stesso Massimo Venier va incontro volentieri pur di dare maggior approfondimento psicologico a questi tre padri non convenzionali.
Con questo film Aldo, Giovanni e Giacomo sembrano aver capito di saper ancora occupare la scena ma non predominarla più come vent’anni fa. Fanno ricorso quindi ad un plot semplice, pieno di equivoci quotidiani facilmente esperibili da chiunque si rechi in vacanza in luoghi dove il turismo di massa si sta facendo pervicace e che la quota di inquadrature pro-Film Commission contribuirà ad infoltire.

L’ottima pattuglia di interpreti si arricchisce con la presenza di Michele Placido che come gli capita spesso negli ultimi anni funziona ottimamente come caratterista di lusso, libero di folleggiare nei panni di un maresciallo alquanto alieno dalle burocrazie del ruolo. Odio l’estate ha però il merito principale di riprendere a perpetuare alcuni degli stilemi tipici del trio senza piaggeria, ritrovando quella freschezza battutistica che li aveva resi alfieri di una comicità gentile e mai sbruffona.

Singolarmente lontani dalle dinamiche politiche italiane (perfino la battuta sul Papeete dicono nelle interviste sia stata casuale), Aldo, Giovanni e Giacomo confermano la loro naivetè facendo del primo, il palermitano magari non dal cervello finissimo ma dal cuore d’oro, il narratore e il protagonista di una storia molto personale. Ben presto l’equivoco della stessa casa-vacanze affittata da tre famiglie diverse tra loro sarà il cuneo per rivelare un segreto che Aldo si porta avanti da qualche tempo.
Odio l’estate abbraccia quindi sia la commedia che la tragedia arrivando ad una maturità stilistica che non snatura la cifra del trio e lambisce persino una morale di speranza che, seppur molto italica nel suo svolgimento (la notte in spiaggia con i fuochi d’artificio che “se ci pensi bene”- come dice il maresciallo- “non sono niente di eccezionale”), riesce a toccare le corde più profonde di un pubblico generalista.
Aldo, Giovanni e Giacomo sono tornati con un ottimo film, adesso bisogna solo vedere se riusciranno a scalare le quote di mercato perse.

Regia: Massimo Venier
Interpreti: Aldo, Giovanni, Giacomo, Lucia Mascino, Carlotta Natoli, Maria Di Biase, Massimo Ranieri, Davide Calgaro, Ilary Marzo, Michele Placido, Sabrina Martina, Melissa Marzo
Distribuzione: Medusa
Durata: 110′
Origine: Italia, 2020

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3.44 (27 voti)
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