14/3/2008 – Il futuro è nel web?

Crescono gli investimenti pubblicitari su internet

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La crescente attenzione degli utenti per l’informazione on line pone domande sul futuro dell’editoria e del lavoro dei giornalisti. A interrogarsi sul problema sono le stesse grandi testate internazionali, come l’inglese “The Observer", che rileva come i tanti studenti di giornalismo aspirino a lavorare per la carta stampata, mentre i più giovani preferiscono informarsi sui siti web o tramite la free press in distribuzione nelle città europee o americane. Nel caso in cui questa tendenza sia destinata ad affermarsi sempre più, nasce una domanda fondamentale: da dove verranno gli utili per gli editori e chi pagherà i giornalisti? L’editoria dell’informazione si regge da un lato sui ricavi derivanti dalle vendite in edicola e dagli abbonamenti, dall’altro sulla pubblicità. Per quanto riguarda il web il primo fattore di guadagno viene ad annullarsi, in quanto è sempre più dimostrato che l’acquisto dei contenuti on line è limitato. Tra le grandi testate solo il “Wall Street Journal” conserva l’accesso a pagamento al proprio sito, mentre altre preferiscono lasciare l’accesso gratuito e far pagare solo i contenuti d’archivio o gli approfondimenti. In ogni caso è una formula che funziona soprattutto per i giornali di finanza ed economia. Resta, dunque, la pubblicità che però, allo stato attuale, non è ancora tanto diffusa da coprire i costi di gestione di un sito. Il trend, comunque, è quello di un rapido aumento. Negli Stati Uniti, secondo i dati  di Global entertainment and media outlook di Pricewaterhouse Coopers, nel 2007 la pubblicità on line ha coperto l’8% del mercato (35 miliardi di dollari) e si prevede che nel 2010 si arriverà a una quota del 9,3% (51,6 miliardi di dollari). Un raffronto con l’editoria su carta mostra che, nel secondo trimestre del 2007, i ricavi pubblicitari dei giornali sono diminuiti dell’8,6%, mentre quelli dei siti web sono aumentati del 19,3%. Andamenti che fanno presumere un sorpasso nel 2010. Anche in Italia si registra una simile tendenza. Le stime Nielsen prevedono per il 2008 un aumento degli investimenti pubblicitari su internet pari al 33%, a fronte di un +0,1% dei quotidiani, +1,4% dei periodici, +2,4% della televisione, +3,8% della radio.

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In ogni caso simili dati non sembrano frenare la tendenza degli editori a investire sulla carta stampata. Semmai spingono ad adottare nuove formule e a puntare sempre più sulla multimedialità. Si pensi al crescente successo dei file audio e dei podcast, che rispondono a pieno ai cambiamenti nelle modalità di consumo. (fonte: Il Sole 24 ore) (a.s.)

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