20° GLOCALFILMFESTIVAL – From Local to Global

Abbiamo dato uno sguardo al panel ORIZZONTE CORTI: UNO SGUARDO REGIONALE

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Il 20° Glocal Film Festival, per l’occasione on line, era nel pieno della sua programmazione quando alle ore 15.00 di sabato ha ospitato il panel ORIZZONTE CORTI: UNO SGUARDO REGIONALE. L’incontro, live sulla pagina Facebook della manifestazione torinese, fa parte del focus FROM LOCAL TO GLOBAL: LET’S ACT ‘GLOCAL’ TOGETHER! pensato per valorizzare cortometraggi provenienti altrettanti festival italiani partner – Corti in Cortile, Lago Film Fest, Sedicicorto Forlì International Film Festival, Skepto International Film Festival – e 1 film breve internazionale grazie alla collaborazione con Kimuak, ente che si occupa di promuovere il cinema dei Paesi Baschi. Quest’ultima è infatti “Regione ospite 2021” dell’evento streaming.
A dialogare con Chiara Pellegrini, curatrice del focus nonché della sezione Spazio Piemonte dedicata ai cortometraggi locali, troviamo Txema Muñoz (Kimuak Festival – Paesi Baschi), Viviana Carlet (Lago Film Festival – Veneto), Joana Fresu de Azevedo (SediciCorto Forlì International Film Festival – Emilia Romagna) e Mauro Montis (Skepto International Film Festival – Sardegna). Un fondamentale confronto tra best practices e modalità di sopravvivenza. Dalle diverse testimonianze è infatti emersa la capacità – e certo anche l’urgenza – di resistere a questo momento di crisi per riemergere in un prossimo futuro come realtà qualitativamente esemplari per la diffusione della cultura cinematografica nelle rispettive regioni.
La tavola rotonda prende piede da un primo giro di racconti. In particolare, sono risaltati i punti di contatto di queste realtà: da una parte la passione con cui si sono imbarcate nell’impresa, dall’altra la volontà di crescere in un contesto sempre più globalizzato e di rapportarsi via via con interlocutori grandi e piccoli. Al centro di ogni progetto c’è sempre il filmmaker, la sua costanza e il suo coraggio nel cercare di esprimere attraverso l’audiovisivo un’idea di mondo in un contesto economico e politico che non lo valorizza. Con alcune eccezioni: «Ammetto che, guardando la legislazione regionale, ad occuparsi di cinema in Emilia Romagna – ha detto Fresu de Azevedo – ci si sente dei privilegiati».
Dalla Legge Cinema emiliana del 2014, infatti, quel territorio può vantare finanziamenti per tutta la filiera in continua crescita e un Fondo che supera già i 10 milioni di euro. «Non si può dire lo stesso del Veneto – sottolinea Carlet – ma solo perché la nostra Film Commission è molto più giovane». Mentre la situazione rimane promettente a Cagliari dove «negli anni intorno a Skepto – spiega Montis – si è creata una comunità culturale vivacissima». Le collaborazioni del festival con enti nazionali e internazionali (una su tutte la Cineteca di Bologna) hanno poi fatto il resto. «Noi prendiamo circa 70 lavori ogni anno – aggiunge Muñoz da par suo – e dobbiamo molto ai legami strettissimi col San Sebastian Film Festival».
Proprio in quel contesto, l’iniziale giornata dedicata al cinema basco è diventata oggi una sezione a sé. «Al Torino Film Festival – commenta fuori video Alessandro Gaido, presidente di Associazione Piemonte Movie – si fatica ancora a comprendere l’importanza della vetrina internazionale per i prodotti locali». Un discorso che durante il panel ha preso pieghe propositive validissime. Ci si è domandati come viene percepito il cortometraggio italiano all’estero e, nelle parole di Fresu de Azevedo, è risultato che «se fino a qualche tempo fa ci si aspettavano solo drammoni senza dialoghi, oggi stiamo dimostrando di saper affrontare tutti i generi con grande versatilità». L’attività deve partire quindi da quelli che Gaido chiama «presidi locali» per poter mettere in contatto autori anche giovanissimi con un pubblico sempre più vasto.

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