26/4/2002 – "Terra em transe" nel weekend di Fuori Orario

Stanotte "Gli ultimi" di Vito Pandolfi e poi Olmi, De Santis, Pagliero, Antonioni, Gerima e Amir Naderi

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FUORI ORARIO cose (mai) viste
di Ghezzi Di Pace Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto e Bendoni
presenta:

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Venerdi’ 26 aprile dalle ore 1.10 alle 7.00
OPERAI CONTADINI / USCITE DALLA FABBRICA
‘t e r r a e m t r a n s e’
con i film:

Gli Ultimi
(Italia, 1963, b/n, 91’ copia restaurata)
Regia: Vito Pandolfi
Dal racconto autobiografico “Io non ero un fanciullo”di padre David Maria Turoldo; con attori non professionisti
Recentemente restaurato dalla Cineteca del Friuli, da tempo invisibile, uno dei piu’ importanti film italiani sul mondo contadino. Anni Trenta.
Gli ultimi avrebbe dovuto essere il primo episodio di una trilogia ambientata nel suo Friuli. Era questo l’ambizioso progetto di David Maria Turoldo negli anni Sessanta. Una lunga elegia non rinunciataria. Degli utlimi contadini attaccati alla terra. La stessa terra che nel 1916 gli aveva dato i natali, amata, abbandonata e rimpianta, divenuta oggetto di poesia ora, a cantarla voleva fosse il cinema. “Amavo profondamente il cinema! Negli anni della guerra a Milano, in mezzo alle macerie, fui io a fondare, con il Cinema Studio, l’iniziativa di un cinema …Considero il cinema il mezzo piú efficace e dignitoso per parlare agli uomini d’oggi. Ho scoperto un’umanitá in pericolo della retorica di classe e dell’oblio”. Questa umanitá era la gente della sua Piccola Patria, di cui, dopo anni di forzato esilio, si sentiva portavoce. Gli ultimi nasce sullo sfondo di queste riflessioni. Trascinatore di uomini e di mezzi, padre David, con la sua proverbiale grinta, non solo riesce a trovare i soldi – presi in prestito da amici e emigranti friulani all’estero – ma coinvolge in questo progetto una troupe di assoluto rilievo: dal direttore della fotografia Armando Nannuzzi, al curatore delle musiche Carlo Rustichelli, all’aiuto regista Leo Pescarolo, ma soprattutto a Vito Pandolfi, cui affida la regia. Uomo di teatro, studioso dello spettacolo, di formazione laica molto legato a Turoldo per aver aver condiviso l’esperienza della Resistenza a Milano. La vicenda raccontata nel film riflette alcuni topoi della poesia di Turolo: il ricordo del paese natio; la figura della madre; la miseria vissuta con dignitá e non rassegnazione. Temi che sono illustrati attraverso la storia di un pastorello, figlio di contadini affittuari nel Friuli degli anni Trenta, che per la sua indigenza viene continuamente deriso dai coetanei. Checo simbolicamente rappresenta il Friuli con la sua umanitá dimenticata; un Friuli, terra isolata, povera e depressa che fará della propria miseria non una vergogna ma un valorer, una fonte di forza da imporre al resto del mondo. L’attesissima prima si tiene al Cinema Centrale di Udine, gremito, il 31 gennaio 1963. Grande successo al quale seguono polemiche, discussioni e pubblici dibattiti organizzati. La critica lo elogia e ottiene lusinghieri apprezzamenti di personaggi illustri: Pasolini ne parla in termini di “assoluta severitá estetica …film carico di una esasperata coerenza col proprio assoluto stilistico, e quindi profondamente poetico…”; Ungaretti di “schietta e alta poesia” e Zavattini ne ammira “la scarna veritá delle immagini”.

I Recuperanti
(Italia, 1969, col., 100’)
Regia: Ermanno Olmi; con: Antonio Lunardi, Andreino Carli, Alessandra Micheletto, Pietro Tolin
Un uomo (Carli) torna nel suo paese dopo la guerra, dove c’è la fidanzata (Micheletto) che l’aspetta: ma l’unico lavoro che riesce a trovare è quello, pericoloso, di recuperare ordigni bellici insieme al vecchio Du. Sceneggiato dal regista insieme a Tullio Kezich e Mario Rigoni Stern, il film è “un omaggio all’altopiano di Asiago”

Riso amaro
(Italia, 1949, b/n, 104’)
Regia: Giuseppe De Santis
con: Silvano Mangano, Vittorio Gassman, Doris Dowling, Raf Vallone, Checco Rissone
Nelle risaie del vercellese. Dopo aver spinto Francesca a rubare una collana e a nascondersi tra le donne in partenza per la raccolta del riso, Walter corteggia una mondina che a sua volta si è impossessata del gioiello e con la quale spera di fare qualche altro colpo. La convince ad allagare le risaie per rubare il raccolto, ma il loro piano è destinato a concludersi tragicamente.

Sabato 27 aprile dalle ore 1.05 alle 8.15
OPERAI CONTADINI / USCITE DALLA FABBRICA
“o p e r a z i o n e s o t t o v e s t e ”
a cura di Paolo Luciani
con i film:

Una vergine moderna
(Italia 1954, b/n, 96’11”)
Regia: Marcello Pagliero; con: May Britt, Vittorio De Sica, Gabriele Ferzetti, Vittorio Sanipoli.
Una giovane ambiziosa seduce vari personaggi allo scopo di far carriera, ma l'onesto fratello riuscirà a redimerla con una violenta scenata.

La signora senza camelie
(Italia 1953, b/n, 97’ copia restaurata)
Regia: Michelangelo Antonioni; con: Lucia Bose’, Gino Cervi, Alain Cuny, Ivan Desny, Andrea Checchi
Grazie ad un concorso di bellezza, una commessa diventa attrice e sposa un produttore. Ma il cinema le offre solo parti mediocri, e i suoi sogni di arte e di evasione devono drasticamente ridimensionarsi.

Le modelle di via Margutta
(Italia 1945, b/n, 71’)
Regia: Giuseppe Maria Scotese; –
con: Paola Borboni, Carlo Campanini, Vera Carmi, Nando Gazzolo, Achille Millo
L’ambiente artistico romano del secondo dopoguerra, gli studenti di un pensionato, le modelle. Un pittore deluso, vissuto in povertà, muore tisico; un attore sempre ubriaco ama divertirsi con le donne; pittori e scultori ritratti al lavoro; un musicista, separato dalla moglie, che si accende di subitanea passione per una giovane modella la cui madre, che visse in gioventù ugual vita, la spinge a seguire l'amore.
Donne sole
(Italia 1956, b/n, 88’)
Regia: Vittorio Sala
con Eleonora Rossi Drago, Gianna Maria Canale, Luciana Angiolillo, Paolo Stoppa, Ettore Manni
Per inseguire sogni di ricchezza, tre belle ragazze finiscono per passare di delusione, mentre la loro bellezza svanisce. Soltanto una quarta ragazza trova un onesto ragazzo e per amore rinuncia ben volentieri alle illusioni
Domenica 28 aprile dalle ore 1.15 alle 6.00
OPERAI, CONTADINI / USCITE DALLA FABBRICA
“terra em transe”
con i film
Il raccolto dei tremila anni
Prima Visione TV
(La Moisson de 3000 ans, o Mirt Sost Shi Amit, Etiopia 1976, b/n, 132’, v.o.sott.li it)
Regia: Haile’ Gerima
Una famiglia di contadini lotta per sopravvivere in una condizione di sottomissione totale al potere feudale che dura immutata da tremila anni. Contro i proprietari terrieri i contadini trovano un solo alleato, il pazzo del villaggio, che puo’ dire e fare di tutto.

Il corridore
(Davandeh, Iran 1985, col . 87’. v.o. sott.li it))
Regia: Amir Naderi – Con Abbas Nazeri, Maijid Niroumand, Musa Torkizadeh
Amir e’ un ragazzo che ha perso la casa durante al guerra. Passa le sue giornate arrangiandosi con lavoretti precari fino a capire che il solo modo per realizzare i propri sogni e’ studiare. A scuola entra in conflitto con gli altri studenti ma la gara per vedere chi riesce a pronunciare tutto l’alafabeto d’un sol fiato cambiera’ le cose.Il nono film di Naderi, quello che lo fece conoscere internazionalmente. Una vicenda quasi autobiografica: Naderi stesso era nato nella citta’ portuale di Abadan e, orfano a cinque anni, lotto’ per sopravvivere vendendo acqua ghiacciata, pulendo scarpe e raccogliendo bottiglie di birra vuote gettate dalle navi di passaggio.

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