Caveman – Il gigante nascosto, di Tommaso Landucci

Scultura, speleologia, paternità malattia e morte nel documrntario dedicato a Filippo Dobrilla che ha tra i punti di forza il modo di restare connesso alla materia fisica. Da oggi in sala

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Ci sono storie, nomi e persone che vivono per il grande pubblico soltanto grazie al cinema, che sia esso di finzione o documentario. Quella di Filippo Dobrilla è una di queste. Scultura, speleologia, paternità malattia e morte. Caveman – Il gigante nascosto mette insieme tutto questo in un documentario di stampo più o meno classico, senza particolari virtuosismi. Un approccio molto semplice alla materia filmica, come semplice era l’approccio alla vita e all’arte di Dobrilla. Uno dei saldi punti di forza su cui poggia il lavoro di Landucci è proprio questo suo restare connesso alla materia fisica del suo film, ovvero il suo protagonista, non lasciandolo andare nemmeno per un attimo. Anche quando non è in scena Dobrilla, ad essere inquadrate sono le sue opere. La verità è che il volto, la voce e le parole dello scultore bastano da sole a riempire spazi e silenzi. Il regista decide di sfruttare al massimo questa potenzialità racchiusa nelle espressioni di Dobrilla, raccontandone da un lato la vita artistica, dall’altro quella privata. Dal suo essere padre al suo essere amante disinibito nel corso della sua vita, l’uomo dietro lo scultore si racconta senza filtri.

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Il titolo fa riferimento all’opera più straordinaria della produzione dell’artista. Una scultura di forma umana nascosta all’interno di una grotta nelle Alpi Apuane 650 metri sotto terra, scolpita giorno per giorno, anno per anno, grazie alla seconda grande passione di Dobrilla dopo la scultura, la speleologia. Un gigante definito “dormiente”, lungo quattro metri, nel silenzio della Terra. Landucci ha deciso di documentare queste discese nell’abisso in solitudine nel corso di diverso tempo, la gestazione del film infatti è durata più di quattro anni (la lavorazione dell’opera invece svariati decenni). Il tumore inaspettato che ha colpito Dobrilla ha rappresentato un’enorme svolta nella lavorazione di Caveman – Il gigante nascosto. Il film, inizialmente celebrazione di un grande artista poco noto al pubblico, diventa inevitabilmente una sorta di testamento artistico. La statua sotterranea arriva a veicolare quindi un messaggio ancora più potente, la scultura riesce a scavalcare le barriere fisiche proprio attraverso la fisicità. La forte personalità dell’autore emerge dalla sua opera e dal suo approccio alla vita. Un’altra forte personalità ad essere presente nella vita di Dobrilla è stata quella di Vittorio Sgarbi, sotto la cui egida lo scultore si è fatto conoscere nel mondo dell’arte e che a più riprese viene inquadrato nel documentario. Sottoterra nessuno vedrà mai l’opera di Dobrilla, eppure questa vive dentro gli schermi, grazie alla scelta coraggiosa e al lavoro accurato del suo giovane regista. Verrebbe da chiedersi se la vera opera a dare vita al “gigante” sia proprio quella in movimento, senza la quale quella impressa nella roccia sarebbe stata soltanto un’immaginazione, un’astrazione, quasi un sogno.

 

Regia: Tommaso Landucci
Distribuzione: DocLab. In collaborazione con Valmyn
Durata: 91′
Origine: Italia, Svizzera 2021

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.6
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Il voto dei lettori
3.83 (6 voti)
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