ALBA INTERNATIONAL FILM FESTIVAL. INFINITY. – Diario di un carcere, le vacanze all'Argentario negli anni '80 e un francese nel Bronx.

Presentato nella sezione "New Vision" l'intenso e lacerante documentario cileno "Arcana" mentre per la retrospettiva dedicata a Jerry Schatzberg è stato proiettato l'inedito "The Day the Ponies Come Back". In concorso invece è ai limiti dell'irritazione "Adelmo torna da me" di Carlo Virzì

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La visione esterna. E' da una distanza considerevole che progressivamente si riduce che si entra dentro Arcana, documentario realizzato dal cileno Cristóbal Vicente, cineasta che ha lavorato come direttore della fotografia per Héctor Ríos e che nel 1997 ha realizzato Ultramarino, ritratto sulla vita di tre poeti novecenteschi di Valparaíso. Arcana mostra l'ultimo anno di vita della vecchia prigione cilena di Valparaíso, chiusa nell'aprile del 1999. Attraverso la figura di un anziano detenuto, c'è forse l'unico contatto tra il mondo esterno e quello interno, tra il dentro e il fuori. Realizzato quasi interamente in bianco e nero, il documentario di Vicente rappresenta quasi l'estremizzazione dell'oggettità dello sguardo, che rappresenta quella realtà nella sua durezza ma, cinematograficamente, anche nella sua purezza. C'è un momento dove l'opera si apre anche se provvisoriamente ed è quella del concerto rock. Poi la pellicola è affidata tutta alle immagini e ai suoni che producono un volontario effetto straniante ma che portano le forme del "cinema verità" alla sua esplicitazione più rigorosa.

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E' invece ai limiti dell'irritazione Adelmo torna da me, opera presentata in concorso e diretta da Carlo Virzì, fratello di Paolo, per il quale in passato ha composto le musiche di Baci abbracci, My Name Is Tanino e Caterina va in città. Adelmo torna da me è ambientato nella seconda metà degli anni '80 e vede protagonista Camilla, una ragazzina di 14 anni che va a trascorrere le vacanze all'Argentario. Il padre (Andrea Renzi) è assente, apparentemente per motivi di lavoro, in realtà perché ha una relazione extraconiugale. La madre (Laura Morante) invece è una donna spesso sull'orlo dell'esaurimento nervoso che vuole dare un senso alla sua esistenza scrivendo la propria autobiografia. La ragazzina si innamora di Adelmo, un ragazzo del luogo incaricato di pulire la piscina della loro villa. Ma i due sono troppo diversi. Tratto da un romanzo di Teresa Ciabatti, autrice anche della sceneggiatura assieme al regista, Paolo Virzì e Francesco Bruni, Adelmo torna da me rappresenta l'opposto di Notte prima degli esami. Se il film di Brizzi è sincero, vibrante, appassionato, quello di Virzì appare fasullo nella rievocazione nostalgica degli anni '80  oltre a riprendere stanmcamente quella formula del contrasto tra classi sociali differenti già presente nei film di Paolo. Adelmo torna in città tiene sempre a distanza e soprattutto non permette di appassionarsi a nessun personaggio.

Per la retrospettiva dedicata a Jerry Schatzberg è stato invece presentato The Day the Ponies Come Back, realizzato nel 2000 in cui riemerge il tema ossessivo della ricerca e della perdita, elementi che hanno spesso caratterizzato la filmografia del fotografo e cineasta statunitense. Il film vede protagonista Daniel (Guillaume Canet), un ragazzo francese restauratore di strumenti musicali che si reca a New York per aggiustare alcune trombe e per mettersi sulle tracce del padre americano che non ha mai conosciuto. Ospitato nel South Bronx lo mette a contatto con la violenza e il degrado urbano del quartiere. L'incontro con un ragazzino William e suo nonno lo aiuta ad ambientarsi nel ghetto e nelle condizioni di conoscere un losco affittuario (Burt Young) che potrebbe aiutarlo a ritrovare il padre. Schatzberg si conferma non solo un abilissimo narratore ma soprattutto un cineasta capace di sperimentare anche dei contrasti tra formati diversi, tra la pellicola e il video, dove questi ultimi rappresentano non tanto il segno di una visionarietà ma soprattutto il contrasto speculare della situazione che il protagonista sta vivendo. The Day the Ponies Come Back entra con sorprendente immediatezza dentro il South Bronx, lo filma nei suoi contrasti di luce, ne fa avverire il disagio, la violenza che esplode improvvisamente ma si trasforma anche un luogo di abbaglianti rivelazioni, di sorprendenti incontri, come quello tra Daniel e William. Il film di Schatzberg appare sempre faticosamente trattenuto ma poi all'improvviso diventa esplosivo come nella parte finale sospesa tra euforia e tragedia. Un'opera che andava recuperata. Merito del festival di averlo fatto.

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