Back to Black, di Sam Taylor-Johnson

Un biopic che non osa mai realmente in termini di linguaggio ma che riesce a rilanciare l’attenzione dello spettatore grazie soprattutto a una coesione intensa tra musica e immagini

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Amy Winehouse è giovanissima quando Back to Black inizia. Lei è ancora solo una diciottenne figlia di genitori divorziati. Ama follemente il jazz e la musica retrò, passione trasmessa da sua nonna Cynthia alla quale è legata in modo speciale. Nella sua famiglia tutti percepiscono un talento inequivocabile, ed il primo a credere in lei è proprio suo padre Mitch. Amy (Marisa Abela) è determinata a fare strada, sente la necessità di dover raccontare la sua vita attraverso la musica, in particolare tramite la scrittura dei testi, processo nel quale riversa tutti i suoi dubbi e insicurezze, fino al più intimo pensiero. Quindi anche se da subito la sua produzione musicale ha un grandissimo appeal e presa sul pubblico, Amy sceglie di fare le cose a modo suo. Il leitmotiv del film infatti è questo suo fare le cose per se stessa e “mai per soldi.”

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Vivere la vita per avere qualcosa da raccontare, anche se questo significa smettere di fare musica. E quando a dover essere raccontato è l’amore, inteso nel senso più romantico del termine, Amy affonda tutta se stessa nella vitalità del processo creativo. Ecco che quindi l’incontro con Blake accenderà una nuova fiamma creativa e personale. Back to Black racconta proprio i momenti di nascita, crescita e ascesa di Amy Winehouse fermandosi poco prima della sua prematura scomparsa a ventisette anni, nel 2011.

Anche se l’impianto linguistico sembra non osare mai, nel film diretto da Sam Taylor-Johnson si avverte una voglia profonda di esaminare il mondo contorto e caotico di una voce unica del panorama musicale. Back to Black infatti si muove tra gli stilemi di un classicissimo biopic ma riesce comunque a tenere alta l’attenzione dello spettatore. E questo grazie anche a una notevole coesione tra le musiche e le immagini, che si accompagnano vicendevolmente. Poi va sicuramente menzionato il momento più doloroso della storia, quello della morte della nonna Cynthia, che avviene circa a metà film. Si assiste dunque a una rottura del linguaggio messo in campo finora, che appunto riesce a rimettere in gioco una ripartenza, un nuovo inizio. Non solo per Amy, ma anche per lo spettatore.

Il rapporto di Amy con chi le orbita intorno è sicuramente il fulcro centrale di Back to Black. Il suo rapporto caldo/freddo di affetto e odio verso il padre Mitch – in bilico tra manager e figura genitoriale. Poi c’è il grande nodo drammaturgico sul quale l’intero film (ma anche la vita affettiva di Amy Winwhouse) si intreccia ovvero la relazione autodistruttiva con Blake. La loro relazione di stampo gossip attorno la quale l’opinione pubblica dimostra un vomitevole e oppressivo interesse, è mostrato dalla presenza soffocante dei giornalisti ad ogni caduta della protagonista. Blake sarà per lei il più grande innamoramento della sua vita, da cui sperava di cavare una vita calma, lontana dal caos dello star system.

Quella prospettiva di vita per Amy non arriverà mai purtroppo. E Back to Black cerca di portarci dentro il turbine di problemi intimi, provando a esplicarci le cause di un simile abisso, espresse nelle carrellate musicali della cantante londinese che seguiamo dall’esordio nei pub sino ai cinque Grammy vinti nel 2008. E alla fine di tutto sembra restare solo un enorme rammarico, un insoddisfazione per la perdita di un così enorme talento; nonché di una simile personalità. Anteporre la vita vera da raccontare, da cercare con tutti noi stessi e dentro cui annegare: è stata forse questa ricerca estrema la rovina di Amy Winehouse?

Titolo originale: id.
Regia: Sam Taylor-Johnson
Interpreti: Marisa Abela, Jack O’Connell, Eddie Marsan, Lesley Manville, Ryan O’Doherty, Ansu Kabia, Bronson Webb, Juliet Cowan, Therica Wilson-Read, Sam Buchanan, Harley Bird, Spike Fearn, Mathilda Thorpe, Miltos Yerolemou, Michael S. Siegel
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 122′
Origine: Francia, UK, USA, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
3.23 (26 voti)
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