BERLINALE 65 – Vorrei fare una commedia! Incontro con Wim Wenders

wim wenders sul set

"Sono contento che la macchina che visualizza i sogni di Until the End of the World non sia mai stata inventata. Sono contento di poter ancora sognare le storie che non ho mai realizzato. L'ultimo film che faccio è sempre una linea che traccio tra il passato e il futuro". Wim Wenders ripercorre la sua carriera e parla dei suoi progetti in occasione del premio alla carriera che gli è stato conferito dalla Berlinale

 

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wim wenders sul setWim Wenders è stato invitato alla Berlinale non solo per presentare Everything Will Be Fine ma anche per ritirare un prestigioso premio alla carriera. L'onorificenza è arrivata in un momento particolare in cui il cineasta è impegnato nel restauro di tutti i suoi film attraverso la Wim Wenders Stiftung. Il regista spiega la motivazione che lo ha spinto ad intraprendere questa impresa di recupero: "Amo ancora andare al cinema e lo faccio molto spesso. Non mi piace quando vedo un vecchio film che non è in buone condizioni perchè mi fa pensare che ormai sia solo un pezzo di storia. Non voglio questo destino per quelli che ho fatto io… La Foundation è nata per salvarli dalla condanna del passato e fare in modo che siano il più possibile attuali". Il lungo lavoro lo ha messo davanti alla rievocazione dei momenti salienti di tutta la sua esperienza professionale: "Il restauro mi ha fatto confrontare quotidianamente con i ricordi. Il lato umano è la cosa che ho conservato con più piacere insieme allo spirito della lavorazione. Alice in den Stadten è il mio film più importante perchè mi ha fatto diventare un regista consolidato. Prima di quel momento ero soltanto un aspirante regista".

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Wim Wenders coglie l'occasione per annunciare la presenza di Yella Rottlander e la conferenza stampa si interrompe per tributarle un lungo applauso. Il cineasta non dimentica di omaggiare la sua lunga collaborazione professionale con Rudiger Vogler: "Devo molto a lui ed è per merito suo se ho fatto un film molto prima di tutti i miei compagni di corso quando ero a Monaco. La mia vita sarebbe differente se non lo avessi incontrato. Il fatto che sia stato al centro di molte delle mie avventure dimostra che non solo era il mio alter-ego ma era soprattutto la mia versione più saggia. Ha sempre avuto la sensibilità di capire che quei personaggi erano una proiezione di me stesso".

wim wenders con james franco e rachel mc adams sul set di every thing will be fineIl riepilogo delle fasi più significative della sua attività non gli impedisce di affrontare il discorso sui suoi progetti futuri e Everything Will Be Fine è un ulteriore passo verso la definizione di un approccio personale all'utilizzo del 3D: "Pina è stato il mio primo tentativo ma all'epoca l'attrezzatura era ancora approssimativa e limitante. Questo film è stato pensato in 3D sin dall'inizio anche perchè adesso le macchine da presa sono molto più elastiche. Le possibilità di questa tecnologia sono appena all'inizio del loro sviluppo e io penso che la loro qualità più interessante sia quella di riprodurre la vista umana. Il fatto è che il nostro sguardo non ha pause ed è un flusso ininterrotto. Credo che il 3D debba essere usato in continuità di tempo e di spazio e questo è quello che voglio continuare a fare da qui in poi".

Il regista ritorna sulla missione che la sua fondazione ha deciso di intraprendere: "Io non sono più il proprietario dei miei film ma sono solo il curatore. E' una differenza importante perchè mi permette di evitare il grande problema che vivono tutti i registi. I film diventano dei figli abbandonati subito dopo che sono stati proiettati. Nessun produttore si preoccuperà più di loro perchè farlo non è redditizio. Avere una fondazione che ha la possibilità economica di acquistare i miei film ma non si interessa del profitto serve a preservarli in un modo che un produttore non farebbe mai." Il suo intervento si chiude con un annuncio ironico su una possibile svolta della sua filmografia: "Questa è la nona volta che porto un film alla Berlinale ma non penso di essere diventato un regista accademico. Non credo che ci sia un punto d'arrivo definitivo nel mio percorso. Penso sempre alle cose che non ho mai fatto… Mi sento abbastanza vecchio e saggio da fare una commedia! Non ne ho mai fatta una e so che puoi farle anche se sei una persona apparentemente molto seriosa!"

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