Bif&st 2016 – Tra presente e futuro

75.000 spettatori per 290 eventi in un’edizione nel segno di Scola e Mastroianni ma dove quest’anno era assente la sezione “Panorama Internazionale”. Anticipazioni sull’edizione 2017

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E’ stato il festival orfano per la prima volta del suo Presidente, Ettore Scola, ma nel segno del suo cinema e di quello di Marcello Mastroianni, colui che «in qualche occasione che ci ha accomunato ho sentito diventare il mio fratello maggiore. Il mio fratello bello». Queste le parole di Scola sul catalogo del Bif&st 2016, edizione – la settima, considerando la numero “zero” del 2009 (il festival si chiamava “Per il cinema italiano”) – che con il direttore artistico Felice Laudadio aveva immaginato e contribuito a costruire. Le due importanti retrospettive dedicate al regista e all’attore hanno registrato grande presenza di spettatori ed entusiasmo. Ma questo è un aspetto che il festival di Bari conosce bene. Quello del Bif&st è da sempre, infatti, un pubblico affezionato e molto numeroso: quest’anno anche in crescita, stando a quanto riferito da Laudadio nella conferenza stampa finale di sabato 9 aprile: 75.000 spettatori  (2.000 rispetto allo scorso anno) per 290 eventi fra proiezioni, incontri, lezioni di cinema e conversazioni. Ci sono formule oggettivamente vincenti che Laudadio ha desiderato e saputo trovare perché è innegabile che la memoria e la storia del cinema italiano siano di casa qui, così come vero che attese e curiosità, voglia di storie e di scoperte di un pubblico che contiene in se più generazioni e sguardi vengano spesso ripagate dalle testimonianze di registi, attori, produttori ecc. Ma è stato anche il Festival senza il “Panorama Internazionale” degli scorsi anni, sezione che era riuscita a conquistare l’attenzione di un considerevole numero di spettatori, peraltro in maggioranza molto giovani, in cerca di intercettare in qualche modo il loro presente. Una sezione che è stata esclusa per motivi di tempo, organizzativi ed economici, ma che tornerà l’anno prossimo (quest’anno, con il cambio di consegne nel governo regionale, il festival è stato messo in piedi in pochi mesi). Ed è stato anche, all’interno dell’ItaliaFilmFest, il Festival della sezione “Nuove proposte Cinema Italiano”: una selezione in buona parte deludente e povera (esclusi Senza lasciare traccia di Gianclaudio Cappai, L’età d’oro di Emanuela Piovano, La notte è piccola per noi di Gianfrancesco Lazotti e L’Universale di Federico Micali). Probabilmente, anche in questo caso, i ristretti margini logistici sono stati determinanti, ma la sensazione è che le scelte estetiche di Laudadio (più che dei suoi collaboratori) fatichino a sintonizzarsi su ciò che anima le forme audiovisive più innovative e urgenti. Prendiamo il documentario, ad esempio, campo che in realtà custodisce sguardi, sperimentazioni e stili anche molto diversi (e, anche solo fermandoci all’Italia, di materia di qualità ce n’è, ce ne sarebbe tanta): ecco, il sospetto è che si tratti di qualcosa che a Laudadio interessi poco, e dunque anche I sogni del lago salato di Andrea Segre restano un “passaggio”, dentro i vari “Eventi speciali” del festival, la base d’appoggio per discutere in sala con il regista del referendum del 17 aprile sulle trivelle.

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Nel frattempo, Bif&st e il suo direttore confermati almeno fino al 2020, e anticipazioni sull’edizione del 2017: una retrospettiva su Vittorio Gassman; un ciclo di lezioni e proiezioni di cinema che si intrecceranno con la scienza: immagini dal mondo, di un pianeta, dell’ambiente e del suo futuro, con le testimonianze anche di prestigiosi fisici e studiosi. Annunciati inoltre l’avvio di una collaborazione importante con il Festival di Annecy e poi un grande omaggio a un attore americano (“Sto pensando soprattutto a un’attrice, in realtà, ma vedremo, e comunque finché non ci sarà il suo biglietto d’aereo per Bari non dirò nulla neanche sotto tortura”, ha ironizzato Laudadio con i giornalisti).

In attesa dunque, sperando di intravedere anche qualcosa in più non solo sul futuro dell’umanità, ma anche su quello del cinema. Del resto, potrebbe magari trattarsi dello stesso futuro.

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