Blog DIGIMON(DI) – Ciao personal computer, il futuro (presente) è sulle nuvole (e nell’accesso ad esse…)

C’è qualcosa di singolare e curiosamente circolare in questa progressiva “sparizione del computer” operata dalla Apple di Steve Jobs nel corso degli ultimi dieci/quindici anni. In perfetta sintonia con le previsioni che nel 2000 Jeremy Rifkin faceva ne “L’era dell’accesso“, dove raccontava di un mondo che andava verso la fine della proprietà dei beni fisici e indirizzato verso un luogo dove l’essenziale risiede nell’accesso ai servizi, Steve Jobs, meravigliando ogni volta tutti, un pezzo alla volta ha letteralmente “ripulito” il concetto stesso di personal computer. Proprio quel PC che, di fatto, aveva egli stesso inventato nell’ormai lontano 1977 quando, con l’Apple II, venne coniata per la prima volta l’espressione “personal computer”. Ma, dalla fine degli anni novanta, prima sparisce il floppy disk (e tutti si chiedevano come avremmo copiato i documenti…), poi sparisce il lettore cd, poi la “fisicità” stessa del computer, ormai integrata direttamente nello schermo. Poi con l’Ipad, il passo decisivo verso la progressiva sparizione dell’essenza stessa della macchina, l’hard disk (e persino le porte usb!). Che con il nuovo progetto Lion, diviene qualcosa che ha a che fare con il passato. Il futuro (presente) è una nuvola. Dove avremo sempre disponibili, da qualsiasi terminale in qualsiasi parte del mondo, tutto ciò che “un tempo” depositavamo dentro i nostri PC/Hard Disk. Documenti, foto, video, musica, testi, tutto sarà disponibile gratuitamente (almeno fino a 5 gb) e ad accesso immediato perchè, come ha detto Steve Jobs ““L’era del computer è finita, è tempo di iCloud”. Niente più fisicità della macchina “pesante” dentro le nostre case/ufficio, solo un terminale sempre più leggero, connesso con le reti, sempre più vero luogo depositario del nostro sapere, conoscenza, dati, comunicazioni, esperienze. Non mancheranno i dibattiti sulla privacy violata, come se avere i documenti nei nostri attuali pc chissà quali garanzie di protezione ci garantisca, ma il vero nodo sta nella definitiva direzione della cosiddetta “New Economy” verso la “trasformazione dal capitalismo industriale al capitalismo culturale…in cui la cultura diventa la più importante risorsa economica, il tempo e l’attenzione i possedimenti più preziosi, e la vita di ciascuno la punta più avanzata del mercato” (parole di Jeremy Rifkin).

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Ed ecco iCloud. ““Il pc – ha detto Jobs alla presentazione del nuovo progetto – è diventato l’hub digitale della casa. Ma negli ultimi anni tutto è cambiato. Tutti i dispositivi hanno foto, video, contenuti. Non funziona più. Devo sincronizzare iPhone con il Mac. Poi il Mac con iPad. E viceversa. E si impazzisce. La soluzione è spostare il digital hub nella nuvola. In questo modo tutti i dispositivi possono comunicare con la nuvola quando vogliono”. E’ la “rivoluzione Post-Pc”. Nel cloud si  potranno tenere sincronizzati tutti i documenti (foto, testi, video, foto, email, ecc.) su tutti quanti i dispositivi, senza dover più passare ogni volta attraverso un computer. Insomma tutto è lì, nella “nuvola” a nostra disposizione come e quando vogliamo.

Come scriveva Rifkin, già 11 anni fa, “Gli uomini del XXI secolo probabilmente percepiranno se stessi come nodi integrati in una rete di interessi condivisi…Per loro la libertà personale avrà poco a che fare con il diritto di possedere e di escludere gli altri dal possesso, e molto con il diritto di essere inclusi in una rete di relazioni reciproche. Saranno loro la prima generazione dell’era dell’accesso”. La rivoluzione digitale avanza. Verso la saturazione/fine del ciclo dell’economia del capitalismo?

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